Alberto Rossi: «La fiaccola della pace sulla mia nave». Il viaggio fino a Betlemme con la benedizione del Papa

Alberto Rossi: «La fiaccola della pace sulla mia nave». Il viaggio fino a Betlemme con la benedizione del Papa
Alberto Rossi: «La fiaccola della pace sulla mia nave». Il viaggio fino a Betlemme con la benedizione del Papa
di Antonio Pio Guerra
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Lunedì 4 Dicembre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 07:12

Alberto Rossi, amministratore delegato di Frittelli Maritime Group: per lei e per la sua compagnia una grande missione, portare fino a Betlemme la fiaccola francescana benedetta da Papa Francesco. 
«Nella vita posso dire di aver trasportato milioni di persone, di merci e di container ma mai una fiaccola. Diciamo che non siamo esperti ma faremo del nostro meglio (sorride, ndr)».

 
Si tratta di una sfida logistica importante, specialmente in questo momento storico così particolare. In Israele imperversa la guerra.
«Quando abbiamo cominciato a ragionare di questa operazione, effettivamente il conflitto non era ancora cominciato. Ha stravolto un po’ i programmi. Diciamo che il gesto si riempie ancora più di significato: è come se anche noi potessimo dare un contributo per la pace». 
Quindi? Quali sono le tempistiche per il trasferimento?
«La fiaccola ci è stata formalmente affidata ieri (sabato, ndr), in piazza Roma, durante le celebrazioni per la partenza del Natale. Aspettiamo indicazioni da chi la porterà dal porto israeliano fino a Betlemme». 
A proposito, qual è il programma del viaggio? 
«La fiaccola viaggerà a bordo di una delle nostre navi container e arriverà in uno dei due porti che serviamo abitualmente in Israele, quindi Ashdod o Haifa. È grande come una pentola ed è fatta in coccio, quindi molto delicata. Ovviamente sarà spenta ma viaggerà facendo compagnia al comandante in cabina. Arriverà in sette giorni». 
Una sorta di terzo occhio che accompagnerà il comandante ed i suoi uomini in questa missione così importante, quindi? 
«Sì, sarà una luce che guiderà la nave nel suo viaggio. In quelle zone ci navighiamo abitualmente per fini commerciali ma sono pur sempre zone di guerra. Anche via mare, in questo momento, vige un’allerta. Si figuri: ieri abbiamo ritardato la partenza di un nostro traghetto Ankon Lines dalle 17 alle 19, direzione Durazzo, per permettere ai comandanti ed ai tecnici che poi avranno il compito di trasportare la fiaccola di assistere al passaggio di consegne». 
Timori? Andrete pur sempre in una zona di guerra, dove anche la religione ed i suoi simboli sono parte integrante del conflitto. 
«Siamo tranquilli, sappiamo che la fiaccola è in buone mani. È un grande onore, oltre che una grande responsabilità. Specialmente in questo periodo, per gli organizzatori è stato davvero complesso predisporre l’operazione. A noi va l’onere e l’onore di completare il trasporto». 
Come diceva poco fa, è anche la prima volta che trattate un carico di questo tipo.
«Di missioni umanitarie ne abbiamo fatte tante, da ultimo il trasporto della carovana di Protezione Civile che ha permesso all’Italia di essere il primo paese a prestare soccorso all’Albania dopo il terribile terremoto di qualche mese fa. Trasporti come questo, però, è la prima volta che li facciamo. E credo che siano in pochi quelli che possano dire di averne fatti».
 

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