Tirassegno di siringhe nella palazzina horror, a due passi gli ambulatori: uno scempio all'ex Crass

Le siringhe nella palazzina fantasma dell'ex Crass
Le siringhe nella palazzina fantasma dell'ex Crass
di Stefano Rispoli
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Venerdì 2 Luglio 2021, 07:10

ANCONA - Un edificio horror accanto ai poliambulatori. L’hanno ribattezzata “la palazzina del buco”. Uno scempio - non il solo - nel cuore dell’ex Crass. A due passi dal Sert, il servizio per le tossicodipendenze, si erge, spettrale, il rifugio di chi alla droga non sa resistere. Le foto choc immortalano decine di siringhe infilzate nelle porte e su una panca di legno, “ricordi” lasciati da tossici che si iniettano eroina in quest’angolo di degrado che neppure i rovi e la vegetazione incolta riescono a nascondere agli occhi di chi abitualmente si rivolge agli ambulatori per una visita, un prelievo o un esame. Un mondo a parte, uno spaccato orripilante che nessuno - né il Comune, né l’Asur che ne è proprietaria - ha saputo cancellare negli anni. 


Eppure basterebbe così poco per bonificare l’area e tenere alla larga i drogati: ripristinare la recinzione metallica potrebbe essere un’idea. Sprangare il portone d’ingresso sarebbe una facile soluzione. E invece no. Chi vuole entra ed esce liberamente, a proprio rischio e pericolo, in questo rudere a rischio crollo infestato dal guano di piccioni e di animali selvatici, degna scenografia di un film dell’orrore. I pavimenti sono invasi di rifiuti e immondizia d’ogni genere, testimonianze di bivacchi ancora freschi. Gli scontrini gettati a terra confermano come anche di recente qualcuno sia entrato qua dentro per bucarsi, dopo aver acquistato siringhe nelle farmacie del circondario.

Siringhe che poi, come in un macabro tirassegno, vengono infilzate su ciocchi di legno, senza che nessuno intervenga per rimuoverle. 


La palazzina del buco è solo la punta dell’iceberg del degrado che assedia l’ex Crass, simile a uno scenario post bellico. Nel perimetro del complesso sorgono edifici fantasma, come quello crollato nell’agosto 2019, la vecchia officina del fabbro ai tempi in cui qui sorgeva un istituto psichiatrico: ora la struttura è stata messa in sicurezza, ma resta inutilizzata come altre palazzine fatiscenti.


Anche diverse di quelle in uso sono circondate da reti di protezione perché dall’alto piovono calcinacci. Un incubo senza fine. E chissà quando troveranno compimento i progetti in essere per la riqualificazione di alcuni contenitori vuoti, come i due che, in virtù di una permuta per la razionalizzazione del patrimonio immobiliare, in futuro dovrebbero essere destinati alle sedi delle agenzie regionali in cambio del trasferimento di alcuni uffici dell’Asur alla Casa del Mutilato in corso Stamira. «C’è un altro progetto in via di stesura - spiega il dottor Giovanni Guidi, direttore dell’Area Vasta 2 - che riguarda la ristrutturazione delle palazzine 18 e 19, prospicienti alla 22, in cui dovrebbero essere accentrati alcuni servizi rivolti alle tossicodipendenze e all’alcologia, attualmente sparsi nel territorio comunale, come ampliamento della funzioni del servizio per le dipendenze». In passato si è vociferato anche del trasloco del Centro per l’impiego da piazza Salvo d’Acquisto all’ex Crass. Ma intanto, che si farà per combattere il degrado? 

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