Palombina, stop alla balneazione
Ma in tanti ignorano i divieti

Palombina, stop alla balneazione Ma in tanti ignorano i divieti
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Martedì 27 Giugno 2017, 10:06
ANCONA - Piove e Palombina torna a fare i conti con l’incubo dei divieti di balneazione. E puntuali, per l’ennesima estate consecutiva, tornano le polemiche per una questione ancora tutta da risolvere, tra operatori che chiedono per gli sversamenti un’ordinanza più snella rispetto a quella attuale (per cui i divieti durano anche 72 ore) e tra bagnanti che non sanno resistere al richiamo dell’acqua. Un supplizio aggiuntivo visto che il ministero della Salute ha indicato Ancona tra i sette capoluoghi a rischio 3 per l’ondata di calore fino a domani.

Dopo settimane di siccità e un avvio di stagione partito alla grande, il primo stop per il litorale sabbioso è arrivato ieri mattina, a seguito del breve temporale che domenica si è scatenato sulla città, facendo fuggire gli anconetani dalle spiagge. Ad attivarsi è stato un solo scolmatore che, di conseguenza, ha fatto scattare i divieti di balneazione nel tratto di costa anconetano di Palombina, mentre a Falconara la situazione ha interessato solo alcuni stabilimenti. Per il ritorno ai tuffi, come da prassi, bisognerà aspettare l’ok da parte dei tecnici dell’Arpam, impegnati con il prelievo e le analisi delle acque. Il via libera, molto probabilmente, arriverà entro le prossime 24 ore. C’è chi però non ha perso tempo. Nonostante lo stop forzato, qualcuno ieri non ha comunque rinunciato a un bagno rigenerante, visto anche il caldo torrido patito sulla sabbia.

Qualcuno è andato in acqua pur sapendo del divieto, altri, invece, non hanno proprio badato ai cartelli, installati dagli operatori balneari sulle aste delle docce. Fin dalle prime ore del giorno, bambini e adulti hanno sguazzato come nulla fosse. Del resto, impossibile non entrare con un bollettino meteo da bollino rosso. Resta il fatto che il problema degli sversamenti fognari non è stato ancora risolto. Nonostante uno studio effettuato da Multiservizi e uno affidato al Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura dell’Univpm, il Comune non ha trovato una soluzione per snellire la procedura per il ritorno ai tuffi.
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