Diossine nell’aria dopo il maxi rogo: catena alimentare sotto sorveglianza

Diossine nell’aria dopo il maxi rogo: catena alimentare sotto sorveglianza
Diossine nell’aria dopo il maxi rogo: catena alimentare sotto sorveglianza
di Federica Serfilippi
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Martedì 22 Settembre 2020, 03:35

ANCONA -  Il mega incendio che ha devastato l’ex Tubimar ha sprigionato nell’aria diossine e furani. Sostanze che, intaccando molluschi, vegetali e animali, potrebbero contaminare la catena alimentare e rappresentare un rischio per la salute. Serviranno i campionamenti coordinati da Arpam e Asur (si tratta di prelievi a livello del terreno) per rilevare il pericolo di contaminazione. Occorrono due settimane per i risultati. 


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In via cautelativa il Comune ha emanato ieri l’ordinanza che dispone il divieto del consumo di cozze, vongole, vegetali a foglia larga e cucurbitacee (zucche, zucchine per esempio). Le prescrizioni sono valide solo per alcune zone della città, dove è possibile che si siano adagiate tossine e furani e dove già da ieri sono iniziate le operazioni di campionatura. Vongole: vietata pesca e consumo tra Torrette al limite nord di Mezzavalle; per le cozze da Torrette fino al Trave escluso. I vegetali: vietato il consumo di quelli prodotti attorno all’area portuale, come Archi, parte del centro storico e del rione Adriatico. 


L’invito è lavare accuratamente la verdura e sbucciare patate e carote. La raccomandazione – si legge nell’ordinanza - è «alimentare gli animali con foraggi e granaglie raccolte prima del 16 settembre e tenere gli animali nell’area urbana individuata all’interno dei ricoveri». «Si tratta di misure – ha detto il sindaco Mancinelli – decise in via precauzionale, non ci sono presenze accertate di furani e diossine nella catena alimentare. Bisogna regolare il tempo necessario agli accertamenti al tempo del bioaccumulo», il processo che si sviluppa quando un animale mangia prodotti potenzialmente contaminati. Stando alle centraline in piazza San Gallo, sul tetto del Comune e alla Cittadella, nell’aria è stata rilevata la presenza di circa il 95% di furani e del 5% di diossine. Tra le 5 e le 17 del 16 settembre è stato rilevato un valore di 0,6 picogrammi per metro cubo. Dalle 17 del 16 alle 10 del 17 settembre si è registrato un picco massimo di 22 picogrammi. Nei giorni successivi, i valori sono scesi a 0,4. Secondo i parametri dell’Epa (Agenzia americana per la protezione ambientale) la soglia di criticità è fissata a 42. 


Chiuso il capitoloacido cianidrico: «I valori registrati sono abbondantemente sotto i limiti di tossicità» ha detto Giancarlo Marchetti, direttore Arpam. La soglia limite è di 130 microgrammi per metro cubo. Il giorno del rogo, nell’epicentro delle fiamme, il rilevatore ha fatto segnare 12. Dopo 24 ore il dato era azzerato. Le altre cinque centraline non hanno registrato la sostanza tossica. «Di 140 sostanze cercate – ha specificato Mancinelli – l’Arpam ne ha trovate 40, tutte con valori entro i limiti di legge e sotto la soglia di attenzione per quanto riguarda l’aspetto della salute: non ci sono stati rischi derivanti da inalazione di sostanze tossiche». Tra le 40 trovate, ci sono metalli, sostanze organiche volatili, solventi e idrocarburi policiclici aromatici. 

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