ANCONA - Venti pazienti e sette operatori sanitari. In questi giorni è scattata l’emergenza al reparto di Ortopedia dell’ospedale di Torrette per un focolaio di Covid, che ha colpito - seppure in maniera lieve - sia i degenti che il personale medico. Sono tutti asintomatici o paucisintomatici e ciò ha permesso di non dover trovare una struttura esterna per isolarli.
«Dalla riunione avuta con i direttori del reparto di Ortopedia e della Clinica ortopedica, con la direzione medica, la dirigente delle professioni infermieristiche e il direttore sanitario – ha fatto sapere il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, Antonello Maraldo – è emerso che alcuni dei pazienti risultati positivi possono essere dimessi nel rispetto delle norme di sicurezza».
Le soluzioni
Di conseguenza il direttore sanitario ha già preso contatti con l’Asur e il 118, così da garantire una piena gestione del paziente nel percorso ospedale–territorio. Altri potrebbero invece essere trasferiti in strutture interne all’ospedale, in particolare nel reparto di Malattie infettive, mantenendo, però, la presa in carico da parte di Ortopedia. Altri, infine, rimarranno dove sono, in condizioni di sicurezza, con il personale che opererà secondo i protocolli anti Covid. «Tutto ciò servirà a garantire il normale accesso al reparto di Ortopedia – spiega Maraldo –, evitando ritardi o blocchi, nell’attesa che tutti i pazienti si negativizzino».
Gli straordinari
«Abbiamo chiesto un sacrificio a tutti coloro che potevano venire in ospedale, i quali, nonostante siano stanchi e provati, stanno effettuando delle prestazioni aggiuntive. E noi per questo li ringraziamo». Per il futuro l’augurio è che passi la proposta di legge che consente al personale sanitario di rientrare in servizio dopo 5 giorni in assenza di sintomi. Questo permetterebbe di garantire un efficace turnover dei dipendenti. E sarebbe importante, perché, sebbene non siamo più in piena pandemia, al momento sono comunque 50 i pazienti ricoverati con il Covid, ma non per causa del Covid, tre dei quali in terapia intensiva.