ANCONA - Circa 2 milioni dalla Regione per coprire il buco del primo semestre. Ma intanto l’emorragia di Conerobus continua perdere 370mila euro al mese. Il prossimo 29 settembre si svolerà l’assemblea dei soci per approvare il bilancio 2022 (oltre 4 milioni di euro di perdite). Ma il futuro della partecipata comunale per il trasporto pubblico locale è ancora avvolto in una nebulosa. In primis la governance: «Non mi sento di addossare tutte le responsabilità ad una sola persona» afferma un conciliante Daniele Silvetti che quasi tende ad assolvere il presidente Muzio Papaveri dalla voragine economica in cui è finita l’azienda. «Però - aggiunge - ci sono delle voci fuori controllo su cui va fatta chiarezza».
Le cause
«Ma è chiaro che dobbiamo entrare dentro la governance per avere prima di tutto contezza della situazione e poi controllo sulla gestione» specifica il vicesindaco Giovanni Zinni.
Le consulenze
Altro aspetto su cui sindaco e vice vogliono vederci chiaro: le consulenze esterne. «Approfondiremo il ruolo e la funzione degli incarichi - assicura Zinni - come ad esempio quelli della società Conero Service che si occupa della biglietteria, come anche del servizio scuolabus non per conto del Comune». Al setaccio anche la gestione dell’officina, dove alcuni servizi sono appaltati esternamente. E ancora: «L’utilità dei tpl aggiuntivi che paga il Comune - continua Zinni, che tra le deleghe assessorili ha specificatamente quella per i Rapporti con Conerobus -, bisogna verificare quali siano realmente funzionali e quali invece no». Insomma, l’amministrazione Silvetti, dopo una campagna elettorale martellante sulla questione della voragine Conerobus, vuole mantenere le promesse. Ma quanto a concretezza di azioni c’è ancora qualche incertezza.
Per invertire la rotta, l’attuale amministrazione comunale afferma di dover prima entrare nella stanza dei bottoni. Il che vorrebbe dire cambiare mangement e governance. I tempi della svolta? «Non c’è un ordine temporale - risponde Zinni -. Il prossimo step è l’assemblea dei soci». Ma intanto Conerobus continua la sua discesa nel baratro. La filiera istituzionale ha messo una toppa, ma non si può andare avanti a iniezioni spot di liquidità. Serve un’azione strutturata e soprattutto riparare le falle una volta per tutte.