ANCONA Trovati involucri di hashish nel Cas sotto sequestro: due egiziani finiscono nei guai. I controlli sono stati operati all’interno dell’edificio di piazzale della Libertà, che ospita anche l’alloggio gestito dalla cooperativa L’Aurora, la onlus umbra finita al centro della maxi indagine sulle false attestazioni della presenza dei migranti per - dice la procura - ottenere i ristori dalla Prefettura. L’attività ispettiva, coordinata dalla Divisione Amministrativa della questura, è stata eseguita in collaborazione con la Squadra Mobile, le Volanti, l’Ufficio commercio della Polizia Locale, nonché dal personale dei vigili del fuoco. La polizia ha controllato gran parte dell’edificio, dove vengono affittati alcuni appartamenti, di cui uno gestito dalla onlus.
Le verifiche
In raccordo con la Prefettura, è stato chiesto l’intervento del personale Ast per verificare le manchevolezze all’interno di alcuni appartamenti (rilevate«irregolarità dell’impianto elettrico in violazione delle norme di sicurezza») e per eventuali provvedimenti urgenti.
Le sanzioni
Il titolare dell’appartamento è stato sanzionato per non aver ottemperato all’obbligo di comunicare alla questura la presenza dei propri clienti entro le 48 ore dall’attivo, come previsto dal Testo Unico sull’Immigrazione. È scattata una sanzione da 640 euro. Sono in corso accertamenti per verificare la posizione dei titolari del residence presente nel palazzo. Per gli investigatori, non avrebbero comunicato da prassi al Comune di Ancona la variazione sostanziale della struttura ricettiva che è passata da 25 a 9 posti letto.
L’inchiesta
Intanto ieri si sarebbe dovuto tenere l’interrogatorio di garanzia per i tre indagati che hanno ricevuto la misura cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 10 mesi. Si tratta della 36enne Manuela Morini, presidente del Cda e rappresentante legale della cooperativa L’Aurora, il marito Filippo Corbucci, 34 anni, vice presidente e consigliere, e il padre di lei, il 61enne Maurizio Morini, dipendente della onlus. Il difensore di fiducia, l’avvocato Giuseppe Silvestri, aveva richiesto un rinvio dell’udienza per legittimo impedimento. Ma l’istanza è stata respinta. L’udienza si è discussa senza gli indagati e con il solo avvocato, d’ufficio, Pierfrancesco De Cadilhac. Il quale ha chiesto al giudice Sonia Piermartini la revoca della misura cautelare in atto. Il gip si è riservato. Oltre ai tre colpiti dal provvedimento, sono indagate a piede libero altre 4 persone, dipendenti della cooperativa.