Ospedale attaccato dagli hacker
Profili falsi con foto dei pazienti

Ospedale attaccato dagli hacker Profili falsi con foto dei pazienti
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 05:45
ANCONA - Garantire la sicurezza a 360 gradi, non solo sul piano della realtà ma anche da un punto di vista virtuale. È questa la dichiarazione d’intenti contenuta nel protocollo d’intesa firmato ieri in Questura dal direttore generale degli Ospedali Riuniti Michele Caporossi e dal questore dorico Oreste Capocasa. L’obiettivo della collaborazione stretta tra le due istituzioni è quello di prevenire e contrastare i crimini informatici sui sistemi web legati al circuito dell’azienda ospedaliera, composta dai presidi del Salesi e di Torrette. In ballo, c’è la protezione della privacy dei pazienti, i dati contenuti nei database e altre informazioni che potrebbero essere attaccate da potenziali hacker tramite malware e software dannosi al sistema virtuale dell’azienda.

Per la riuscita del protocollo sarà fondamentale l’apporto dato dagli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni, diretti dalla dirigente Cinzia Grucci, presente alla firma dell’accordo. Proprio loro da alcuni mesi stanno indagando su una serie di violazioni scovate tramite Facebook. In pratica, sono stati trovati alcuni profili che utilizzano in maniera illecita il logo degli Ospedali Riuniti. Sono pagine fake sulle quali vengono postate foto di pazienti, alcuni dei quali fotografati senza permesso, condivise opinioni sui vari reparti e scandite conversazioni che possono coinvolgere degenti o dipendenti della struttura. Una delle ipotesi è che ci sia qualche operatore sanitario dietro la creazione dei profili falsi. Persone che avrebbero agito in buona fede per tenere alto il nome della struttura sanitaria. Non solo commenti positivi, però.

Alcuni utenti avrebbero sfruttato il logo dell’azienda per screditarla e scrivere note estremamente negative, forse per creare dissenso in un reparto piuttosto che in un altro. A seguito di questi fatti, l’azienda ha fatto partire una denuncia poco prima di Natale. L’indagine è ancora in corso e mira a risalire ai responsabili del trucchetto che ha spinto centinaia di utenti a fidarsi di pagine che nulla hanno a che fare con i presidi ospedalieri diretti dal dg Caporossi. Usurpazione di nome è l’ipotesi di reato.
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