Soldi versati per la palestra-fantasma a Camerano: clienti beffati, imprenditrice a giudizio

I tapis roulant che sono stati portati via dalla palestra fantasma
I tapis roulant che sono stati portati via dalla palestra fantasma
di Federica Serfilippi
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Sabato 16 Dicembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:12

ANCONA Aveva chiuso all’improvviso, lasciando a piedi i clienti, poi rincuorati dal fatto che l’attività avrebbe proseguito in un’altra sede, più nuova e funzionale. In realtà, stando a quanto riscontrato, i nuovi locali non sono mai stati operativi. E i vecchi non sono rientrati in funzione. Un disservizio, quello della palestra HelloFit di Camerano, che aveva lasciato a bocca asciutta centinaia di clienti nell’estate del 2019.

La causa

A quattro anni dai fatti, l’ex titolare della palestra, una riminese di 32 anni, è finita a processo con l’accusa di truffa.

Davanti al giudice Lamberto Giusti si è costituito parte civile un anconetano che nel luglio del 2019 aveva sottoscritto al prezzo di 299 euro un abbonamento annuale per la palestra che si trovava all’interno del centro commerciale Grotte Center.

Aveva stipulato il contratto convinto che l’attività avrebbe aperto di lì a poco in una nuova sede, in via della Sbrozzola. Cosa, invece, mai avvenuta, nonostante il trasferimento degli attrezzi ginnici. Attraverso l’avvocato Edoardo Massari l’anconetano beffato ha chiesto un risarcimento di 3.299 euro. Non essendo ieri presente il legale difensore dell’imputata, il processo è stato rinviato al 22 dicembre per sentire i primi testimoni.

La beffa

Nell’estate del 2019, sulla chiusura e sulla mancata riapertura della HelloFit, era scoppiato un caso, con i clienti imbufaliti per essersi trovati all’improvviso senza palestra o per aver sottoscritto degli abbonamenti a prezzi stracciati senza poi poter allenarsi. S’erano incardinate varie cause. Tra queste, quella intentata dalla ex titolare e dagli ex amministratori della società che gestiva la palestra e Sandro Baldini che per conto loro aveva realizzato la palestra nello stabile di via Sbrozzola, nei pressi del cavalcavia del CargoPier, ma si era rifiutato di consegnarla per divergenze economiche. I primi erano stati condannati per lite temeraria a un risarcimento di 35mila euro.

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