Il caldo infernale non molla Ancona, in trincea al Pronto soccorso: «Il peggio deve ancora venire»

Il caldo infernale non molla, in trincea al Pronto soccorso: «Il peggio deve ancora venire»
Il caldo infernale non molla, in trincea al Pronto soccorso: «Il peggio deve ancora venire»
di Antonio Pio Guerra
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15:24

ANCONA - Siamo solo alle porte dell’inferno. Il caldo non sembra intenzionato ad allentare la sua morsa su Ancona, con il capoluogo su cui persisterà l’allerta rossa almeno fino a domani. E se ieri la colonnina di mercurio non è mai scesa sotto i trenta gradi fino all’imbrunire (con picchi di 34° alle 19 secondo le osservazioni dell’Aeronautica Militare), le previsioni per la giornata di oggi non sono da meno. Nonostante ciò, la tanto temuta impennata dei malori caldo-dipendenti non sembra ancora esserci stata. 

I pericoli 

«Non abbiamo registrato eventi acuti da caldo» conferma la dottoressa Susanna Contucci, direttrice facente funzioni del presidio d’emergenza dell’ospedale di Torrette.

La spiegazione che dà la dottoressa è piuttosto semplice. «Le conseguenze del calore si vedono sul lungo periodo». Ovvero, al netto di qualche svenimento a causa di un passeggero calo di pressione, il vero pericolo è rappresentato da fenomeni quali la disidratazione, ad esempio. Una condizione, questa, cui sono soggetti soprattutto i pazienti più fragili - quindi anziani e bambini - e che richiede del tempo per manifestarsi. 

L’onda lunga 

«La situazione non mi sembra ancora così tragica» continua Contucci, ma «forse il motivo è che l’ondata di calore è iniziata da pochi giorni». Questo stato di calma apparente lo confermano i dati. Alle 19,30 di ieri, ad esempio, il pronto soccorso di Torrette faceva registrare un totale di circa 120 accessi. «Credo che arriveremo al massimo a 150 entro la fine della giornata» è la previsione della dirigente, tenendo conto che proprio intorno a quell’ora comincia la seconda ondata di accessi nel nosocomio. Niente a che vedere coi numeri di lunedì, quando a fine giornata i registri parlavano di una cifra monstre di 199 accessi. Quasi duecento, un numero insolito anche per un pronto soccorso regionale come quello di Torrette. «Numeri elevati ma abbiamo resistito» dice Contucci. Le cause di questo exploit? «Abbiamo avuto diversi codici rossi, molti infortuni sul lavoro» racconta la dottoressa. Decisamente meglio ieri, dunque. Lo confermano le osservazioni, anche quelle più o meno empiriche. Guardando al flusso di ambulanze e pazienti nel corso della mattinata, la sensazione è quella di un caos ordinato. Può sembrare un ossimoro ma tenuto conto del contesto emergenziale in cui operano necessariamente tutti i pronto soccorso, la situazione rilevata è paragonabile a quella solita. La coda c’è, soprattutto tra chi viene affidato al percorso dei codici verdi. 

Le attese 

Poco prima delle otto di sera, da visitare ce ne sono ancora diciassette, con un’attesa massima stimata in poco meno di sette ore. Ma questo è un altro problema, quello di chi si rivolge al pronto soccorso anche per problemi differibili. «È anche vero che spesso non ci sono molte altre alternative» dice Contucci. Tornando al caldo infernale, l’odissea non è ancora finita. Tutta la macchina sanitaria resta in attesa di una possibile emergenza. Sia il Ministero della Salute, che ha chiesto l’attivazione di un “codice caldo” in tutti i nosocomi, sia la struttura comunale. Ancona ha già messo in campo una linea di pronto intervento dedicata agli anziani.

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