ANCONA - Etica della restituzione, sentimento di riconoscenza, rispetto per il ruolo della sanità pubblica: c’è questo e molto altro dietro la donazione da parte della famiglia Merloni di un milione di euro all’associazione Veryditas, presieduta dall’infettivologo di Torrette Marcello Tavio, nell’ambito di un progetto mirato a promuovere l’eccellenza della prestazione sanitaria presso l’azienda Ospedali Riuniti tramite l’integrazione fra umanizzazione della presa in carico del paziente e cultura scientifica del trattamento.
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Dopo un’estate complessa, culminata con il ricovero a Torrette di Francesco e del figlio Paolo, ma con l’intera famiglia alle prese con la pandemia, è stata naturale la decisione di finanziare un fondo «che fosse in grado di mettere ancora al centro il territorio e di ringraziare chi dà un supporto quando la situazione è incerta, così come lo è stato per la nostra salute» dice Francesco Merloni, accompagnato anche dalla figlia Francesca.
Si sono concretizzati con un gesto di generosità la degenza in ospedale, gli incontri quotidiani a Torrette «nei giorni più duri» con il professor Tavio («la forza d’animo dell’Ingegnere ha aiutato tutti noi») e con Aldo Salvi, primario del Pronto soccorso, i due medici di Torrette che guidano Veryditas. «È stato importante avere al proprio fianco le persone giuste, medici e operatori sanitari preparati e professionali, ma anche con speciali qualità umane che ci hanno permesso di passare indenni questa fase complessa della nostra vita», ha commentato Paolo Merloni. «In tanti hanno fatto donazioni alle strutture sanitarie impegnate in prima linea nella lotta al Covid – spiega ancora Merloni -: la nostra è uno stimolo a sviluppare nuove competenze in campo medico-scientifico, per fare delle Marche un polo di eccellenza nel trattamento e nella cura dei malati».
Un quinto della cifra servirà per l’acquisto di apparecchiature per le strutture coinvolte nella gestione dei pazienti Covid, utilizzabili a Torrette per finalità assistenziali e di ricerca scientifica.
Del resto, il lascito di un milione di euro permette di guardare ben oltre il Covid e di focalizzarsi su temi che, in prospettiva, valgono persino più degli ospedali che nascono e dei macchinari che si acquistano, perché quello delle «competenze degli operatori che si fanno carico della salute delle persone – sottolinea ancora Tavio – è un tema molto forte e sentito». Si parte nelle Marche e da Ancona, ma con la piena consapevolezza che zdi un risultato scientifico ne beneficia tutto il mondo».