Ancona, la baby bulla va in classe la vittima è a casa in Dad. L'appello della madre:«Fatela tornare a scuola»

Ancona, la baby bulla va in classe la vittima è a casa in Dad. L'appello della madre:«Fatela tornare a scuola»
Ancona, la baby bulla va in classe la vittima è a casa in Dad. L'appello della madre:«Fatela tornare a scuola»
di Stefano Rispoli
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Sabato 23 Settembre 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 15:33

ANCONA «Mia figlia non sta andando a scuola, ha paura. È molto giù. Aspettiamo che la preside torni, ha convocato per lunedì un consiglio di classe: da donna l’ho sempre stimata, ho molta fiducia in lei e mi auguro che prenda provvedimenti». Si appella all’istituzione scolastica la madre della 14enne presa di mira per giorni da una baby bulla che, all’esterno del Rinaldini, al termine delle lezioni, l’ha schiaffeggiata e poi le ha spento una sigaretta sulla guancia. 


Il trauma

Tutt’e due frequentano il primo anno, ma in sezioni diverse.

La 15enne - già bocciata alle medie - sta andando regolarmente a scuola dopo l’agguato avvenuto martedì. La vittima, invece, no. È traumatizzata. «Ha paura di incontrare quella ragazza» dice la mamma, che ha sporto denuncia ai carabinieri. I professori sono orientati ad assisterla con la didattica a distanza e le interrogazioni programmate, fino a quando non si sarà ripresa dallo choc (dall’ospedale è stata dimessa con 5 giorni di prognosi). Siamo al paradosso: la bulla sui banchi, la vittima reclusa in casa e in Dad. Il mondo al contrario. 

La decisione 

L’attesa è tutta per lunedì quando, al rientro della preside da impegni di lavoro fuori città, si terrà un consiglio di classe straordinario in cui verrà presa in esame la situazione, senza i genitori. Verrà avviato un procedimento ed è scontato che verranno adottati provvedimenti disciplinari nei confronti della 15enne. La sospensione è l’ipotesi più probabile, anche perché la bulla sin dall’inizio dell’anno scolastico avrebbe manifestato problemi comportamentali, al punto che i genitori sono già stati convocati tre volte. Ma espiata la punizione, che succederà? Come potrebbe andare a scuola con serenità una ragazzina di 14 anni, sapendo che la sua aguzzina potrebbe piombare all’improvviso e tornare a bullizzarla per vecchie ruggini che risalirebbero alle medie? L’ipotesi estrema, quella dell’espulsione dalla scuola, richiederebbe invece il parere del consiglio d’istituto. Certo il Rinaldini è chiamato a una doppia sfida, affatto semplice: la priorità è tutelare la vittima della violenza e provvedere al suo reinserimento in classe. Ma va garantito anche il recupero dell’artefice dell’aggressione, frutto di un disagio manifestato dalla 15enne nel suo percorso, nella consapevolezza che il gesto compiuto va condannato e non può trovare giustificazione.

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