Affitti choc ad Ancona, 3mila euro per 50 mq: «Così il Corso perde negozi storici»

Il centro cambia volto, sono sempre di più le grandi catene con maggiore disponibilità economica L’allarme di operatori e categorie: «Le piccole attività non riescono a reggere più di un paio d’anni»

Affitti choc, 3mila euro per 50 mq: «Così il Corso perde negozi storici»
Affitti choc, 3mila euro per 50 mq: «Così il Corso perde negozi storici»
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 8 Marzo 2024, 01:25 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 07:38

ANCONA - Afflitti dall’affitto. Sono i commercianti della Spina dei Corsi, un tempo vetrina e motore del commercio anconetano ed oggi esempio plastico di un mercato immobiliare ben distante dalla realtà. La storia più lampante ce la offre uno storico commerciante di corso Mazzini, che preferisce restare anonimo quando ci confida il suo tormento. «Dall’anno prossimo pagherò oltre tremila euro per un locale di una cinquantina di metri quadri».

Il pressing

«Il proprietario dice che l’economia si è ripresa e che è ora di sganciare i soldi» ci racconta quando chiediamo come gli sia stato giustificato questo aumento pari ad un terzo del canone.

Tant’è che poi sbotta: «pensiamo di andare via e lo faremo non appena ci sarà l’opportunità». Anni ed anni di storia contano poco quando bisogna guardare al portafoglio. «Ricordiamoci che questa è Ancona, mica Milano» scherza Michele Zannini, titolare del bar Giuliani e referente cittadino di Confcommercio.

Il mercato

«I prezzi qui in centro sono stati sempre alti ed anzi, in un certo senso, ora sembra di cominciare a vedere qualche flessione» confessa. Banali leggi del mercato più che atto compassionevole dei padroni di casa: tanti locali, molti sfitti e vince chi offre di più a meno. Numeri comunque troppo alti per chi non ha le spalle coperte come le grandi multinazionali del fast fashion.

«Le piccole attività ci provano ma non reggono più di un paio d’anni» constata amaramente Giancarlo Gioacchini, gallerista di corso Garibaldi e referente Confesercenti per la Dorica. «Rischiamo di lasciare il corso alle grandi catene» avverte. E sono proprio loro a drogare il mercato immobiliare con una disponibilità economica che permette loro di far gola anche ai proprietari più restii ad affittare.

«Sì, comincia ad essere complicato. Il lavoro va scemando e non ci sono soltanto gli affitti. I prezzi stellari di qualche mese fa sono passati ma le bollette restano comunque più alte di quelle di qualche anno fa» ricorda Zannini. Il risultato: molti se ne vanno, quelli che riescono a sopravvivere. «Io sono qui da oltre 50 anni - fa Gioacchini - ma purtroppo non riesco a fare tanti altri nomi di attività storiche».

«Gli affitti in centro sono molto alti ed il commercio ha cominciato ad adattarsi» racconta Andrea Cantori, Cna. «C’è un forte risveglio dell’Ancona meno centrale, come nella zona degli archi di piazza Cavour o in corso Carlo Alberto» continua. Tutte zone dove «puoi pagare meno di affitto e per locali più grandi». Perché di affitto parliamo. «Comprare? Non c’è volontà, è un costo troppo rigido ed importante. Tutte le nostre nuove aperture sono in affitto» dice Cantori. Non comprano nemmeno le catene, che però restano le uniche (o quasi) a potersi permettere certi canoni. Un problema. «Le catene portano omologazione, perdi la tua identità» avverte Zannini. E con l’identità se ne vanno anche i clienti. «Per i ragazzi il corso arriva fino a Zara e non va oltre. Nell’ultimo anno mi sono divertito a fotografare corso Mazzini nella stessa zona ed allo stesso orario. Prendendo duecento foto a caso, sono sincero, non riuscirei a contare più di cinquanta persone» è l’amara testimonianza con cui ci lascia il negoziante di corso Mazzini. Fotogrammi di un film dal finale che sembra ormai scontato.

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