Adesso ridateci i gioielli perduti: la rinascita a metà dell’Ancona storica. L'inchiesta del Corriere Adriatico

Adesso ridateci i gioielli perduti: a rinascita a metà dell’Ancona storica. L'inchiesta del Corriere Adriatico
Adesso ridateci i gioielli perduti: a rinascita a metà dell’Ancona storica. L'inchiesta del Corriere Adriatico
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 16:38

ANCONA Tra vicoli stretti e antichi palazzi, lo sguardo s’allunga sulla linea d’orizzonte, cerniera tra passato e presente. Il cuore di Ancona pulsa nel rione del Guasco. Gioielli preziosi che farebbero invidia a blasonate città d’arte, stritolati nella morsa dell’incuria e dell’abbandono. La precedente amministrazione aveva scommesso sulla rinascita del percorso archeologico che dal porto antico si inerpica su per le ripide stradine del Guasco. 
Un progetto macro finanziato con i fondi europei Fesr 2014/2020. Come spesso accade, tuttavia, i cronoprogrammi dei cantieri sono slittati in avanti e le perle storiche restano ancora imprigionate dalle impalcature.

Ma entro l’anno almeno questo capitolo - di competenza del Comune, che nel frattempo ha cambiato bandiera passando al centrodestra - dovrebbe chiudersi. Ben diverso il discorso per i beni che sono sotto l’egida della Soprintendenza: qui tempi e lavori di riqualificazione sembrano essere entrati in un buco nero.

Il reportage del Corriere Adriatico vi porterà in questo viaggio nel tempo tra i tesori dimenticati dell’Ancona storica, accompagnati dall’assessore ai Lavori pubblici Stefano Tombolini e dai funzionari comunali che si stanno occupando di riportare alla vita le perle doriche nascoste: gli architetti Moira Giusepponi e Viviana Caravaggi Vivian, e l’ingegner Riccardo Raccosta. «Il nostro scopo è quello di ridare dignità al percorso archeologico», l’auspicio di Tombolini, che ad ogni tappa interroga la sua squadra sui dettagli dei progetti. Partiamo dal primo step: la Casa del Capitano e la sua piazzetta, su cui si è consumato anche un cortocircuito tra due assessorati. La titolare della delega alla Cultura Anna Maria Bertini aveva infatti annunciato la riapertura dell’edificio di epoca romana a settembre. Cosa che ha colto in contropiede gli ignari Tombolini&co. Una telefonata, ieri mattina, tra i due assessori ha svelato l’arcano: la Casa del Capitano sarà riaperta al pubblico, ma non a settembre. Sarà possibile visitarne l’interno solo una volta completato il cantiere della piazzetta, e quindi non prima di metà novembre. Il progetto prevede la collocazione nella piazzetta di piante e panchine da cui ammirare i resti del mercato traianeo attraverso i varchi nelle mura che andranno coperti con l’acciaio corten.

Durante i lavori, sono stati rinvenuti sotto la piazzetta piani di pavimentazione ottocentesca che hanno fatto slittare la road map in avanti di 2 mesi. Dopo lo stop per le ferie estive, «i lavori riprenderanno la settimana prossima con il completamento del piazzale intorno alla Casa del Capitano e delle opere di illuminazione che valorizzeranno la pavimentazione», spiega l’architetto Giusepponi. Nello stesso pacchetto c’è la passerella in legno che corre accanto alla Casa del Capitano: anche in questo caso la deadline è a metà novembre e il costo totale dei due lotti è di 500mila euro. Ma passerella e varchi rifiniti si affacceranno su un mercato traianeo strangolato dal verde selvaggio che copre i reperti storici. Qui si entra nel raggio d’azione della Soprintendenza e dei privati, con un progetto di riqualificazione in piedi da secoli ma di cui il Comune non ha più sentito parlare. Male. Proseguendo nel tour, ecco apparire il sacello medievale, dove i lavori sono partiti a settembre 2022 ed è previsto che finiscano entro l’anno, con qualche mese di ritardo dovuto alle difficoltà nel reperire i metalli. «Le opere in muratura sono quasi pronte e in officina stanno facendo la copertura in metallo», ci spiega l’architetto Caravaggi. Una volta completato il cantiere da 500mila euro, lo spazio sarà reso fruibile attraverso percorsi pedonali sospesi e l’amministrazione valuta se renderla un’attrazione a pagamento. Arrivando poi nel cuore del Guasco, ci troviamo di fronte a due gemme che lasciano senza fiato ma anche senza parole. E qui il Comune alza le braccia: «Purtroppo non è di nostra competenza», ammette un interdetto Tombolini osservando sconcertato l’anfiteatro romano chiuso da tempo immemore. La riapertura di settembre è in bilico, ma intanto si è proceduto con gli sfalci. Un primo passo, non sufficiente. La competenza è della Soprintendenza, così come nel caso delle bellissime terme romane, poco curate e senza progetti di riqualificazione in vista. Insomma, il cuore storico di Ancona torna a battere solo a metà, con una parte che va spedita, e un’altra che, colpevolmente, arranca.

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