Conte-Capello, la polemica
divide il mondo del calcio

Conte-Capello, la polemica divide il mondo del calcio
di Luca Pasquaretta
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Lunedì 17 Febbraio 2014, 20:02
ROMA - Conte-Capello, il dibattito su pro e contro si acceso dopo il botta e risposta tra i due tecnici A detta dei protagonisti, quando vanno oltre il seminato, quasi sempre è colpa dei giornalisti, che strumentalizzano, che "caricano" sui titoli. Facile sparare sul pianista. A volte, come nel caso del duro attacco di Conte contro Capello, andato in scena in diretta televisiva, difficilmente "strumentalizzabile", a margine della vittoria della Juve sul Chievo, passata in terzo piano, perché il secondo gradino era occupato dal caso Giovinco, c’era poco da fraintendere.



Questa volta Conte ha fatto una gaffe. Ci ha messo un minuto, passando da una tv all’altra, per rendersene conto. E’ partito con un sibillino: “Della Juve di Capello ricordo non tanto il gioco, quanto i due scudetti revocati” per poi correggere il tiro con “Quei titoli erano pienamente meritati, stravinti sul campo”. Un po’ quello che predicano il presidente e la società bianconera da anni, perché Calciopoli resta una ferita aperta nella gestione di Andrea Agnelli, che intende riabilitare la memoria del padre, che della Juve della triade è stato l’artefice. Ricorsi e processi vanno avanti. Gli scudetti per chi comanda in casa bianconera sono e restano 31, numero “magico” che Conte non ha mai pronunciato.



Però, l’incendio era stato già appiccato. Impossibile sedare le fiamme della polemica. Sulla questione ci hanno messo becco in tanti. Addetti ai lavori, tifosi, ex. Di tutto un po’. Colpevolisti ed innocentisti si sono sbizzarriti. Luciano Moggi ha preso le parti di Capello. D’altronde è stato il suo allenatore. “Conte gioca in uno stadio dove c'è scritto che la Juventus ha 31 scudetti. Se pensasse il contrario, allora dovrebbe dire: non gioco qui. In ogni caso, con me in società quelle dichiarazioni non le avrebbe neppure fatte. Mi avrebbe chiesto prima il permesso” ha rilanciato l’ex d.g. bianconero. Stefano Tacconi ha fatto un excursus storico: “Conte ce l’ha con Capello, perché non lo volle nella sua squadra nel 2004”.



C’è chi invece difende la categoria come Carletto Mazzone e Dino Zoff. Entrambi hanno esaltato il lavoro del tecnico leccese. Come Tacchinardi, che ha votato Antonio. “Ha fatto bene a difendere il suo lavoro e i suoi successi. La sua Juve giocava meglio della mia, che era piena di extraterrestri. Tutto si può dire tranne che Capello sia uno tenero. Io in quello spogliatoio c’ero”. Appunto, lo spogliatoio. Bonucci ha difeso il suo tecnico: “E’ l’artefice dei nostri successi” ha detto il difensore sul suo sito ufficiale. Insomma si volta pagina.



Si guarda avanti. C’è l’Europa League. Oggi la squadra ha goduto di un giorno di riposo. Domani si ritroverà a Vinovo. C’è la finale in casa da conquistare. Non sarà facile. Si rivedrà fra i titolari Pogba. In avanti spazio ad Osvaldo e a Tevez, che vuole sfatare un tabù europeo che va avanti dall’aprile del 2009. Un gol per cancellare tutto e possibilmente per vincere, come dice Bonucci “la medicina migliore” nel calcio. Almeno fino alla prossima polemica.