Figc, è bufera su Tavecchio dopo la gaffe
"Ritiri la candidatura a presidenza"

Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza Figc
Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza Figc
di Emiliano Bernardini
4 Minuti di Lettura
Domenica 27 Luglio 2014, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 19:03
Una vera e propria bufera si abbattuta su Carlo Tavecchio, candidato numero uno alla presidenza della Figc, dopo la sua infelice uscita sugli extracomunitari nel nostro calcio.





Aveva detto, durante la presentazione del suo programma: «L'Inghilterra rispetto a noi è un'altra cosa: individua dei soggetti che possono entrare in base alla loro professionalità. Da noi invece arriva 'Opti Pobà', che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio».



Un esempio decisamente mal riuscito in tema di politica d'immigrazione. Immediate, ma del tutto inutili, erano state le scuse: «Mi riferivo al calcio inglese ed alla sue regole ben precise sugli extracomunitari che prima di poter giocare devono mostrare un curriculum di professionalità». Ormai la grave gaffe era stata fatta.



POLITICA E GOVERNO

Lo scivolone di Tavecchio si è trasformato immediatamente in un caso politico. Dal Governo filtra forte irritazione e sconcerto: quelle parole non sono affatto piaciute al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Graziano Delrio.



Pesanti le accuse di Pd e Sel, che chiedono un passo indietro. «Il caso Tavecchio non dovrebbe nemmeno essere in discussione: la sua candidatura semplicemente non può essere presa in considerazione» afferma Debora Serracchiani. «Se lo sport ha da essere anche un mezzo per proporre modelli di comportamento - continua - allora chi usa espressioni di stampo razzista non può andare ai vertici di un organo importante e visibile come la Figc. Chi prende le difese di Tavecchio in realtà sta prendendo un abbaglio. Ha fatto bene a scusarsi, ora - conclude - faccia meglio e rinunci alla carica».

«Dovrebbe ritirarsi, non è degno di fare il presidente» dichiara chiaro e tondo l’onorevole Roberto Morassut. «Le parole sono pietre. Tavecchio farebbe bene a tener presente che le parole, soprattutto se pronunciate da persone che ricoprono ruoli di responsabilità all'interno delle istituzioni, hanno un peso e comportano delle conseguenze» sottolinea Cecile Kyenge, europarlamentare Pd ed ex ministro per l'Integrazione.



«Nessuna gaffe. Solo razzismo» il tweet di Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel. Tono opposto per Maurizio Gasparri, Forza Italia, vicepresidente del Senato: «Una polemica esagerata. Montare una campagna antirazzista su Tavecchio, che peraltro si è scusato subito, mi sembra un’esagerazione».



IL MONDO DELLO SPORT

Il mondo dello sport invece è diviso nel condannare.«La gaffe del presidente Tavecchio non riguarda me, ma chi lo ha candidato. Noi candidiamo Albertini, se l’avesse detta lui una cosa del genere gli avrei tolto il mio appoggio» ha dichiato il presidente dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri.«Uscita infelice ma non razzista» afferma Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A. Stesso pensiero del numero uno dei Cadetti, Andrea Abodi: «Una frase inaccettabile non fa di una persona un razzista. La demagogia non è una buona medicina». «È sorprendente la strumentalizzazione delle dichiarazioni di Tavecchio» afferma Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Mentre Mario Pescante, membro del Cio è tra i più indulgenti: «Che il presidente Tavecchio abbia avuto una scivolata è fuori di dubbio ma mi pare che abbia subito chiesto scusa».



LA NOTA

Quando la bufera era al culmine, Tavecchio è stato costretto a diramare una nota ufficiale: «Nel mio discorso in maniera impropria, e per questo mi scuso ancora una volta, mi riferivo al fatto che sono a favore dell'integrazione, ma al contempo rinnovo la necessità di scoraggiare l'utilizzo di calciatori che non migliorano la qualità del nostro campionato. Come scritto nel mio programma elettorale, se sarò eletto Presidente della Figc, la federazione condurrà una politica fattiva contro ogni discriminazione. Accetto tutte le critiche ma non l'accusa di razzista perché la mia vita testimonia l'esatto contrario».



SCATENATI I SOCIAL

Sul web è divampata più che mai la protesta. Indignazione e sferzante ironia. Tavecchio nei fotomontaggi in rete si trasforma prima nel “banana”, poi è un dinosauro. Insulti a pioggia sotto l’hashtag #Notavecchio. Per il fantomatico Opti Pobà è stata creata un’apposita pagina facebook. Nel simbolo della Federcalcio, le 4 stelle mundial si trasformano in altrettanti frutti dell’amore e c’è anche chi postando foto di banchetti del mercato ricolmi di banane, l’ha già rinominata "La Repubblica dei Tavecchio".



Intanto la corsa alla presidenza va avanti: giovedì i due candidati, Tavecchio e Albertini, sono attesi dal presidente del Coni Malagò.



TOMMASI E L'ASSOCALCIATORI

«Sono sconcertato dalla frase di Carlo Tavecchio su Optì Pobà e le banane. Ma non so se essere ancora più allibito dal silenzio che le ha circondate». Questo il pensiero di Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori, intervenendo sulla gaffe di venerdì del candidato alla presidenza federale. Tommasi ha poi rivelato che nelle ore immediatamente successive ha ricevuto numerose telefonate di protesta di giocatori non solo stranieri ma anche italiani: «Sono letteralmente esterrefatti». Dunque il fronte dei giocatori è compatto nel condannare. A dirla tutta i calciatori avevano già espresso le loro perplessità per la candidatura del presidente della Lnd, individuando in Demetrio Albertini il vero volto nuovo di un calcio che deve cambiare. Nonostante Tavecchio abbia già la vittoria in pugno al voto mancano ancora quindici giorni, periodo in cui potrebbero accadere molte cose. La prima uscita pubblica di Tavecchio è stata un vero e proprio autogol. Basterà ad Albertini?







Leggi Corriere Adriatico per tre mesi a soli 9.99€ - Clicca qui per la PROMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA