Brasile-Croazia, l'attesa di San Paolo
Allo stadio in 60 mila per la "prima"

Brasile-Croazia, l'attesa di San Paolo Allo stadio in 60 mila per la "prima"
di Alfredo Spalla
3 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Giugno 2014, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 20:56
SAN PAOLO - La lunga vigilia di Brasile-Croazia comincia fra le strade di Vila Madalena, quartiere della movida paulistana. L’atmosfera è tutta nel «Quitandinha bar»: i tifosi croati cantano e bevono chopp (birra alla spina), mentre i brasiliani, camerieri e clienti, vagano in un misto di tensione ed eccitazione. «Sembra che San Paolo si sia svegliata adesso. Ci siamo accorti solo all’ultimo minuto che dovevamo preoccuparci dell’organizzazione oltreché del tifo», scherza Sebastião, paulistano della zona sud.



Tutto all’ultimo minuto, come la conferma della partecipazione di Jennifer Lopez alla cerimonia di apertura. La cantante statunitense aprirà i Mondiali in compagnia del rapper Pitbull e della brasiliana Claudia Leitte, entrambi autori di «We are one», l’inno scelto dalla FIFA. Lo show, che coinvolgerà più di 600 artisti, durerà circa 25 minuti e verrà trasmesso in oltre 200 stati da circa 160 emittenti autorizzate. Gli oltre sessantamila dell’Arena Corinthians assisteranno a un tributo ai tre grandi tesori del Brasile: natureza (natura), pessoas (persone) e futebol (calcio). Claudia Leitte ha voluto spegnere le polemiche sulla canzone, che non sembra aver conquistato il cuore dei brasiliani. «Penso che Pitbull abbia rispettato le nostre radici. Ha voluto partecipare in prima persona e si è preoccupato di conoscere le tradizioni locali». Ma oggi, al calcio d’inizio, tutte le polemiche spariranno. Ne è convinto Glauco Pierri, giornalista dell’Estado de São Paulo: «Spiegare cosa stia accadendo alla città è piuttosto difficile. Noi per primi non siamo in grado di spiegarlo. Il coinvolgimento non è uniforme, non tutti i quartieri sembrano prontissimi, ma sono sicuro che al fischio d’inizio il Mondo si sorprenderà per l’entusiasmo della torcida, sia in campo che fuori».



E la Seleção? Scolari a San Paolo si sente particolarmente a suo agio, così come Neymar. Il primo per i suoi trascorsi al Palmeiras, il secondo per quelli al Santos. Entrambi appaiono sono apparsi molto distesi in conferenza stampa. Felipão scherza con i media: «La notte dormo bene, non ho problemi. Riguardo altre cose non saprei dirvi…». E quando Neymar - incentivato da un giornalista brasiliano a rivolgere una domanda al proprio allenatore - gli chiede: «Mister, domani gioco? Posso dormire tranquillo?», Scolari gli risponde sorridendo: «Devo pensarci… Anzi, no. Riposa sereno».



LE PROTESTE



Ambiente in sintonia con i tifosi riuniti fuori dallo stadio. In tanti hanno deciso di uscire prima dal lavoro o addirittura di prendersi un giorno di ferie in più per non perdersi la vigilia. Non tutti, però, vivono il match inaugurale con lo stesso spirito. I movimenti sociali hanno indetto una grande manifestazione che partirà da Carrão, poche fermate di metro dal capolinea Corinthians-Itaquera. L’obiettivo dichiarato è marciare in direzione dello stadio. Gli occupanti della favela «Copa do Povo», a circa tre chilometri dall’evento, hanno stretto un accordo con il governo. Non ostacoleranno l’evento pur di ottenere le costruzioni popolari promesse. Questa sera il Brasile si mostra al Mondo. Dall’Itaquerão non si leverà un coro unanime, ma una cosa è certa: l’ora x è arrivata per tutti. Giocatori e manifestanti. «Chegou a hora, vamos juntos», come ha detto Scolari e come grideranno in tanti in piazza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA