Virna Lisi morta, simbolo del cinema
L'attrice marchigiana aveva 78 anni

Virna Lisi morta, simbolo del cinema L'attrice marchigiana aveva 78 anni
di Francesco Gallo
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 16:15

ROMA - Una bellezza perfetta, algida, aristocratica.

Virna Lisi, nome d'arte di Virna Pieralisi, nata ad Ancona l'8 novembre 1936, morta stamani a 78 anni, nonostante fosse un'antidiva aveva vinto tanto: sei Nastri d'argento e un Prix d'interprètation fèminine a Cannes per la 'Regina Margot' due David di Donatello per le sue interpretazioni e altrettanti alla carriera.

Aveva, da 'Orgoglio e pregiudiziò, nel 1957, fino alle ultime interpretazioni televisive tra cui Baciamo le mani, dedicato la sua professionalità di attrice stakanovista e puntuale al cinema e alle fiction tv.

Elegante, sempre perfetta, aveva però detto tanti no nella sua carriera. Tra gli altri a Ferzan Ozpetek. «Aveva scritto per me il ruolo che poi è andato a Lisa Gastoni in 'Cuore sacrò, ma io ero già impegnata» aveva detto l'attrice in una intervista di qualche anno fa. «Con quella bocca lei può dire ciò che vuole» le concedeva ai tempi del Carosello la celebre pubblicità del dentifricio Chlorodont e spesso, con quella bocca, Virna Lisi aveva appunto detto «no».

Il suo 'nò più sentito e sincero lo disse a Hollywood dove andò nel '64 per fare un film con Jack Lemmon 'Come uccidere vostra mogliè. «Fu il maggior successo dell'anno - racconta - Mi fecero ponti d'oro: girai altri due film, con Tony Curtis (Due assi nella Manica) e Frank Sinatra (U 112 - assalto al Queen Mary), ma poi decisi di ricomprare il mio contratto, che durava altri sette anni, e tornare a casa. Fu difficilissimo: ci vollero tre mesi di trattative e avvocati bravissimi, ma alla fine ce l'ho fatta».

Tra i suoi altri storici rifiuti quello per Barbarella che fu la fortuna di Jane Fonda. «Volevano farmi fare Barbarella - racconta - ma io non avevo voglia di mettermi le ali d'argento, la tutina e la parrucca». E il carattere indipendente, unito alla nostalgia di casa, la portarono al gran rifiuto. «A Hollywood - ricorda - c'erano contratti terribili che venivano venduti e ricomprati da una major all'altra come al mercato degli schiavi. La preparazione di un film durava mesi, mi impedivano di prendere l'aereo e venire a trovare mio marito, in più avevo un bambino piccolo. Insomma, non era la vita per me».

Costruirsi una famiglia anche a costo di qualche rinuncia, è stata la linea seguita dalla Lisi ma nonostante questo ha perso due figli per lo stress da lavoro, un dolore che ricorda ancora oggi. «Ho un figlio e tre nipoti, e potrei avere altri due figli se non li avessi perduti per lo stress di stare sul set per dodici ore al giorno, svegliarsi alle 5 del mattino, eccetera... Mi creda: questo è un mestiere molto difficile». «Un mestiere difficile».

Solo una professionista lo dice. Solo una professionista sa essere dura con le veline e le aspiranti tali. «I consigli li riservo alle persone care. E le ragazzine di oggi sembra che capiscano tutto loro, che ne sappiano più di tutti, ma forse nel verso sbagliato», dice sincera. Tra i registi con cui ha lavorato fra gli altri: Dino Risi, Mario Monicelli, Franco Brusati, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada) considera il più grande di tutti un indipendente come lei: Pietro Germi con cui interpretò il gioiello «Signore e Signori».

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