Ribalta per Claudio Ripalti
con “Diari dalla Terza Era”

Ribalta per Claudio Ripalti con “Diari dalla Terza Era”
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Venerdì 3 Gennaio 2014, 11:18
FERMIGNANO - Claudio Ripalti un talentuoso giovane regista. Il cortometraggio “Diari dalla Terza Era”, prima opera assoluta del 24enne nato ad Urbino, pergolese di adozione e residente, da 10 anni, a Fermignano, davvero un gioiellino.

Cosa possa con la macchina da presa e con la fotografia, Claudio, diplomato ragioniere e studente fuoricorso di Economia e Commercio, lascia davvero stupiti. La padronanza di allestimenti scenici e adattamenti è superba. “E' il primo film italiano e quarto nel mondo a ispirarsi liberamente a Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien - racconta Claudio - Gli occhi e la mente di un vecchio saggio ripercorrono gli eventi della Terza Era del mondo di Arda, quando gli uomini uniti sotto un’unica bandiera, si opposero con successo al dominio del Re degli Stregoni di Angmar. Uno di loro, il più coraggioso, l’eroe o meglio Il Campione, si lancerà in una pericolosa avventura per sconfiggere l’unico sopravvissuto nelle schiere del male. Una profezia circolava già da tempo tra gli uomini dopo aver visto il Re Stregone muoversi sul campo di battaglia: egli è colui che non può essere ucciso da nessun uomo”.



Diciotto minuti di breve film, compresi i caratteristici titoli di coda, ma ripetiamo, senza paura di cadere nell’enfasi, che siamo di fronte ad una “mente” nuova. Uno di quei giovani che ci mette la faccia e si sporca le mani per migliorare la situazione e il clima di una società che inchioda il merito personale e collettivo nell’attuale status quo del Paese. Le motivazioni, gli entusiasmi, le nuove idee e la fresca linfa di Claudio Ripalti & C. nella forma suprema dell’arte cinematografica svolta dal giovane e dalla sua luminosa truppa di attori non professionisti, comparse scovate in loco, qua e là, tra le gente comune, rappresentano risorse vive e concrete non solo per la comunità locale ma per il cinema. Guai rischiare di far smarrire questi talenti. “Fin da piccolissimo sognavo di realizzare un corto”, ha affermato Claudio. “Ora ci sono riuscito e sono orgoglioso dei risultati ottenuti”. Una riproposizione “fantasy” che non ha nulla da invidiare a opere di grido. Location e scorci da mozzafiato, luoghi che valgono. “Io li ho trovati al Catria, al monte Acuto, alla Gola del Furlo, a Canavaccio, a Cà Maddalena, al Castello di Piandimeleto...”.



In 12 giorni ben 10.200 contatti su You Tube per il trailer, in 120 giorni dalla presentazione del film (primi giorni di luglio) ben 8.000 visitatori, 5.000 gli accostamenti su Facebook. Le riprese? “Solo 15 giorni. Gli attori? Tre protagonisti, 20 le comparse di cui una controfigura a cavallo, l’abile e competente Alessandro Cappellacci di Fermignano che, per giorni e giorni, ha addestrato un magnifico “frisone”. I costumi? Ne sono stati usati 15, pochi i prestiti della Pro Loco, gli altri esclusivamente tagliati e cuciti dalla costumista Daniela Cancellieri, anch’essa di Fermignano”.



“Per il futuro punto su un western”

Singolare la scelta dei tre attori. "Alessandro Gabbianelli impersona Il Campione. L'abbiamo individuato all'ultimo Palio della Rana, faceva lo spadiere per la Compagnia La Pandolfaccia. Ha detto subito di sì. Gualtiero Stipa di Roma, il vecchio saggio, lo conoscevo personalmente. Alessandro Renzi, il re stregone, viene dal Dams e c’è l’ha fatto conoscere Gabbianelli. E' l’unico, diciamo così, del settore”. Il montaggio? “Tre mesi. Ci ho preso un gran gusto. Ho usato anche la tecnica del green screen, operazioni abbastanza complesse: lo sfondo monotematico ed elaborazioni grafiche tridimensionali”. Le musiche adattissime? “Sono di mio fratello Enrico. Lui suona tutto”. Tanto di cappello all’altro genio di famiglia. Il soundtrack è semplicemente acuto e ingegnoso. Costo dell'operazione? “1.400 euro e molto fai da te”. Il futuro? “Parteciperemo ad alcuni Festival e rassegne del corto. Stiamo elaborando dei doppiaggi in inglese per partecipare ad eventi in Europa. Ho anche due progetti in mente tra cui un lungometraggio, un western particolare, che necessitano di finanziatori”. Bussare quindi e non chiedere nemmeno permesso perché quando l’arte chiama occorre tenere alta la testa.
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