La polizia scientifica decifra
i sonetti del Codice a cuore

La polizia scientifica decifra i sonetti del Codice a cuore
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Sabato 15 Febbraio 2014, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 12:03
ANCONA - Chiss quali parole proibite, chiss quali pensieri indicibili nascondono quegli spessi strati di inchiostro! Il primo a chiederselo fu il maestro Marco Mencoboni dopo che, una quindicina di anni or sono, venne chiamato a eseguire le musiche presenti sulle pagine di un curioso manoscritto Quattrocentesco conservato nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro. Un manoscritto a forma di cuore. Il codice, che contiene un misto di spartiti musicali per liuto e di sonetti d'amore, parte dei quali attribuiti a Guglielmo Ebreo da Pesaro, reca infatti in fondo alle pagine vistose cancellature.



Cancellature di annotazioni che qualche solerte mano aveva pensato bene di nascondere alla vista di chiunque fosse entrato in possesso del volume. L'intenzione era quella di farle sparire per sempre. E invece proprio ieri, nel giorno di San Valentino, i misteriosi scritti hanno cominciato a tornare alla luce.



Lo hanno fatto grazie al lavoro degli agenti del Gabinetto di polizia scientifica delle Marche, contattati qualche tempo fa dal direttore della Biblioteca, Marcello Di Bella, allo scopo di risolvere il mistero.

"Il libro - spiega il direttore del Gabinetto, Massimiliano Olivieri - è stato sottoposto ad un esame spettrofotometrico che utilizza luci forensi in grado di mettere in evidenza le diverse pigmentazioni e i diversi spessori di inchiostro. Si tratta di una metodologia che normalmente impieghiamo per il riconoscimento di banconote o documenti falsi, ma che abbiamo già usato in precedenza in casi simili, come quello del papiro di Artemidoro e di un quadro di Piero della Francesca conservato al Museo di Urbino".



I primi versi dei sonetti fanno spesso riferimento all'amore che brucia come un “foco” e talvolta alla freddezza glaciale - come “neve” - della donna amata. Nella ricorrenza di San Valentino impossibile resistere alla tentazione - sorride Di Bella - di ipotizzare qualcosa di piccante, “qualche testo troppo estremo per l'epoca”.



Per i risultati definitivi ci sarà da aspettare ancora un po'. Ma alla Biblioteca Oliveriana è già stata allertata una schiera di paleografi pronti a interpretare gli antichi appunti. "Il codice 1.144, meglio conosciuto come Codice a cuore - fa sapere il professor Di Bella - è un libro di musica e pensieri amorosi in ambiente di corte. In particolare di corte pesarese. Negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi studi che però mai si sono interrogati su quelle evidenti cancellature. Scoprire cosa nascondono sarebbe molto interessante per comprendere meglio quale fosse la mentalità dell'epoca".
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