Neri Marcorè protagonista
nel film "Leoni" di Parolin

Neri Marcorè protagonista nel film "Leoni" di Parolin
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Venerdì 30 Gennaio 2015, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 13:07

ROMA - Imprenditori rovinati che inventano stratagemmi 'furbettì per salvarsi dalla crisi, infiltrazioni della malavita, scandali, arresti, migranti di ieri e di oggi, bugie e tradimenti.

Sono fra gli ingredienti della commedia satirica Leoni, opera prima di Pietro Parolin, in uscita il 5 febbraio con Bolero, realizzata in Veneto con protagonisti come Neri Marcorè e Piera degli Esposti, affiancati fra gli altri da Stefano Pesce, Anna Dalton, Antonio Pennarella, Pierpaolo Spollon. Il film realizzato della Csc Production, la compagnia di produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia, di cui Parolin è stato allievo, è sostenuto anche da molte aziende venete, che stanno portando avanti iniziative di promozione ad hoc.

Una strada originale per una commedia «divertente ma anche agganciata alla realtà, a differenza di altre che hanno solo l'obiettivo di far ridere.

Innescare qualche riflessione di tipo etico non guasta» spiega Marcorè. La provincia veneta «assomiglia a tantissime altre province del nostro Paese, il film poteva essere ambientato ovunque con qualche minimo aggiustamento. Viene fuori un ritratto di italiani che troviamo nella cronaca, i furbetti, quelli che fanno affari in modo poco trasparente, vivono di ombre e cose losche pensando di essere i migliori.

Il titolo del film viene anche da questo, si parla di personaggi che si credono leoni ma si scoprono animali molto diversi. Quello che interpreto io pensa di essere il miglior domatore sulla piazza, mentre sta per essere domato». Infatti il protagonista, Gualtiero Cecchin (Marcorè), simpatico e creativo gaglioffo, rampollo ultraquarantenne di una stimata famiglia borghese del trevigiano, si ritrova vittima della crisi. Non ha più soldi e la madre Mara (Piera Degli esposti), che controlla gli affari dal letto della sua camera, trangugiando acqua santa, non ha intenzione di continuare a viziarlo. Gualtiero però non si arrende e decide di usare le conoscenze della mamma nel clero per vendere crocifissi in plastica riciclata. Peccato che la materia prima, rimediatagli dall'ambiguo Gennaro (Pennarella), abbia una pericolosa controindicazione...

Si aggiungono al quadro, fra gli altri, l'invidioso cognato di Gualtiero, Alessio(Pesce), sposato a Elisa (Dalton), professoressa che si ritrova in mezzo a uno scandalo, e l'onesto figlio di Gualtiero, Martino (Spollon). Il padovano Parolin dice che «questo film è molto autobiografico, per tutte le generazioni che ho provato a raccontare. C'è il Veneto migrante del passato, ma anche quella generazione che non ha raccolto il testimone dei padri ma ha sperperato tutto. Mi interessava vedere come il protagonista non arrivasse a maturare se non nei rapporti umani. Si demanda ai figli la volontà di cambiare le cose».

Piera Degli Esposti, scambiandosi attestati di stima con Marcorè («come uomo è un sollazzo, recitare con lui per me è difficile, perchè mi fa veramente ridere») pensa che il film racconti un Italia «bottegaia e ladruncola, sempre molto legata agli averi. Non si sa per chi tifare».

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