Aida e Radamès inghiottiti
​da un libro-computer

Aida e Radamès inghiottiti ​da un libro-computer
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Sabato 19 Luglio 2014, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 23:19
MACERATA - Un'Aida con eroi in abiti ipertecnologici che si muovono su una pedana inclinata a forma di tablet, libro contemporaneo dell'eterna storia d'amore, morte e solitudine di Aida, Radams e Amneris. È stata così ieri sera a Macerata l'applaudita messa in scena del capolavoro verdiano proposta dal regista Francesco Micheli, che ha inaugurato la 50/a stagione dell'Arena Sferisterio, per l'occasione sold out. "Nessun popolo - ha ricordato Micheli, direttore artistico del Mof - ha dato spazio alla morte come quello degli antichi egizi cui è ispirata la storia dell'opera, così come i geroglifici oggi

paradossalmente vengono recuperati dai linguaggi cibernetici".



Il sacerdote Ramfis diventa narratore di questo libro dei morti, di questa storia già compiuta, che scriba futuribili ai lati del palco rilanciano con i loro e-book, mentre sullo sfondo scritte, ideogrammi e disegni scandiscono simbolicamente i momenti salienti della storia. Ideate dallo scenografo Edoardo Sanchi e disegnate da Francesca Ballarini, le proiezioni definiscono graficamente i personaggi, isolando con fasci di luce la loro dimensione psicologica, anche per sottolineare, rispetto alla grandiosità della musica, il carattere intimista dell'opera, prontamente raccolto dalla direzione d'orchestra di Julia Jones, sul podio della Form.



In questo scenario si è stagliata la prova, applaudita anche a scena aperta, del soprano Fiorenza Cedolins nel ruolo di Aida, sicura dall'inizio alla fine nella linea vocale, cui ha saputo infondere sempre

giusta coloritura e temperamento drammatico, nonostante la parrucca di ricci bianca e un trucco pesante a mascherina sugli occhi, tipo Avatar, studiato per lei dalla costumista Silvia Aymonino.

Applauditissimo anche il mezzosoprano Sonia Ganassi nelle vesti di Amneris, che ha vinto la sfida di affrontare un ruolo inusuale rispetto alla sua formazione belcantistica. Il giovane tenore spagnolo

Sergio Escobar, al debutto nell'impervia parte di Radamès, ha dimostrato di possedere ottime doti canore, ma nel finale è apparso un pò ingolato. Ottimamente in ruolo Elia Fabbian (Amonastro),

Giacomo Prestia (Ramfis) e Cristian Saitta (Il Re).

Suggestiva la presenza vocale e scenografica del Coro lirico marchigiano 'V. Bellinì, con i coristi-scribi in abiti bianchi come quelli a grafiti bianchi e neri degli altri protagonisti, come pure la danza di

morte del secondo atto con guerrieri da fantascienza, che si affrontato sulla pedana-tablet come in un videogame, sulle coreografie di Monica Casadei.



Alla fine il libro-computer che inghiotte Aida e Radamès, condannati a morte dal loro amore impossibile, si chiude lentamente. La storia finisce tra i lunghi applausi del pubblico, fra cui c'era il

sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni. Repliche 27 luglio, 2 e 10 agosto.
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