La notte degli Oscar
Canonero fa poker

La notte degli Oscar Canonero fa poker
di Francesca Scorcucchi
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Lunedì 23 Febbraio 2015, 21:14 - Ultimo aggiornamento: 21:32
LOS ANGELES - Quattro Oscar non si vincono per caso. Milena Canonero è, nel campo dei costumi di scena una vera e propria istituzione. A lei è toccato portare la bandiera italiana dopo la vittoria dell'anno scorso di Paolo Sorrentino con La grande bellezza, ma è una bandiera a cui non da troppo peso. Nessun accenno all'Italia infatti da parte della costumista di Gran Budapest Hotel nel suo discorso di accettazione sul palco del Dolby Theater.



Le uniche parole di ringraziamento sono per Wes Anderson e sono parole d'effetto: «Wes, questo premio lo divido con te, sei una fonte di grande ispirazione, sei come un direttore d'orchestra, un compositore, se non fosse stato per te non ce l'avrei fatta in questa maniera».



Milena Canonero è nata 69 anni fa a Torino ma non ama dire la sua età e il suo rifiuto di parlare del tempo che passa ha molto probabilmente a che fare con il pessimo rapporto che ha con l'orologio. Premiata un paio di giorni fa all'istituto Italiano di Cultura di Los Angeles per aver contribuito al buon nome nell'Italia nel mondo, la Canonero aveva detto.



«Odio il tempo. Non ce n'è mai abbastanza per fare le cose nel modo migliore, non c'è mai abbastanza tempo per vivere tutte le vite che vorremmo vivere». È timida, dice di avere difficoltà a rilasciare interviste. Per questa ragione non si è presentata in sala stampa, dopo la vittoria, saltando l'incontro di rito. Ha meno difficoltà a parlare dei registi con cui ha collaborato, tutti i più grandi: da Stanley Kubrick con cui ha vinto il suo primo Oscar nel 1976 per Barry Lyndon, a Sydney Pollack (La mia africa), da Hugh Hudson con cui ha ottenuto il suo secondo Oscar per momenti di Gloria, a Francis Ford Coppola (Cotton Club e Il Padrino parte III), alla nipote, Sofia Coppola, che con Maria Antonietta le ha regalato il terzo Academy Award.



La collaborazione con Wes Anderson, regista e sceneggiatore di Grand Budapest Hotel è nata con Le avventure acquatiche di Steve Zissou del 2004 ed è poi proseguita con Il treno per il Darjeeling del 2007 «Wes Anderson ha una visione molto creativa e precisa dei suoi progetti. Per capirlo e lavorare bene con lui devi immergerti nel suo mondo».



La sua prima esperienza con il cinema hollywoodiano è di quelle importanti: Arancia Meccanica di Kubrick. A lei si deve l'idea della bombetta per il personaggio interpretato da Malcolm McDowell. «Era molto esigente Stanley Kubrick - dice la costumista - Per Barry Lyndon non volle vestiti che sembrassero chiusi in un armadio, volle abiti in grado di muoversi, di avere vita. Mi spedì decine di foto di ritratti settecenteschi, voleva solo le stoffe migliori, diceva che era proprio per quelle stoffe che quei dipinti avevano quella particolare luce. Aveva ragione».



Un'epoca storica il Settecento che regala grandi soddisfazioni alla Canonero. Il terzo Oscar infatti arriva con Marie Antoniette, ritratto della viziata regina di Francia. «Sophia Coppola mi diede una scatola di pasticcini, i famosi French Macarons. 'Questi sono i colori che amò, mi disse. Era molto decisa sui colori, ma per il resto fece fare a me».



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