Vick: “Il mio Don Giovanni
non vuole piacere a tutti”

Vick: “Il mio Don Giovanni non vuole piacere a tutti”
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Lunedì 29 Settembre 2014, 18:27 - Ultimo aggiornamento: 18:49
JESI - “La lirica non pu essere un privilegio per pochi o per chi si aspetta di trovare in teatro ci che gi conosce. L'arte si deve preoccupare di dare stimoli, di provocare, di disturbare”. Per questo il Don Giovanni di Mozart del regista inglese Graham Vick, in scena il 4 ottobre al Teatro Pergolesi di Jesi, “non ha l'ambizione di piacere a tutti. È una sfida - spiega - in cui tutto è letto al presente, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di un capolavoro in cui grottesco, volgarità e ossessione per il sesso sono temi dominanti”.



Direttore artistico della Birmingham Opera Company, 60 anni, pluripremiato e noto in tutto il mondo per regie liriche fortemente innovative e di grande impatto visivo, Vick scosse il pubblico del Rossini Opera Festival nel 2011 con un Mosè in Egitto che avvicinava l'eroe biblico a Bin Laden e nel 2013 lo travolse con un Guglielmo Tell che paragonava le leggende medioevali sull'indipendenza svizzera ai primi movimenti socialisti. Ora si prepara a firmare un nuovo allestimento del capolavoro mozartiano che verrà proposto in 14 recite su 8 palcoscenici (Como, Jesi, Pavia, Cremona, Fermo, Brescia, Bolzano e Reggio Emilia) grazie alla coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, i Teatri del Circuito Lombardo, il Teatro dell'Aquila di Fermo, la Fondazione Teatro Comunale di Bolzano e la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.



Per Vick, “il mito di Don Giovanni ha poco a che fare con la musica di Mozart: ha rovinato lo spirito del Settecento di cui è frutto. Bisogna tornare a amare il 'dissoluto punito’, la sua umanità, la sua condanna infernale proprio perchè un pò ci fa ancora paura e ci attrae. Don Giovanni - aggiunge – è un'opera quasi impossibile, come Tristano e Isotta: la loro anima artistica è stata tradita dalla leggenda romantica”. È un Don Giovanni “con artisti giovani ed è soprattutto un'opportunità per me di scavare un testo meraviglioso insieme a loro con un lavoro intenso di sei settimane - annuncia il regista inglese -. Poter lavorare con loro è un privilegio, una gioia. Lavorare in Italia è sempre complicato, ci sono troppi vincoli e troppe leggi. Ma non bisogna abbattersi. Un futuro possibile esiste. Io ci provo portando la mia esperienza, provando a condividere il mio lavoro e la mia visione di teatro democratico, del popolo, con modalità innovative e non convenzionali”.



La nuova produzione si avvale della direzione del venezuelano Josè Luis Gomez Rios, delle scene e costumi di Stuart Nunn, del disegno luci di Giuseppe Di Iorio e delle coreografie di Ron Howell. Suona l'Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, il Coro del Circuito Lirico Lombardo è diretto da Dario Grandini.

Due le compagnie di canto che si alterneranno nella varie recite: nel primo cast i protagonisti sono il baritono albanese Gezim Mysketa (Don Giovanni) e il marchigiano Andrea Concetti (Leporello), e i vincitori del 65/o concorso AsLiCo per Voci Giovani d'Europa: Giovanni Sebastiano Sala (Don Ottavio), Mariano Buccino (commendatore), Federica Lombardi (Donna Elvira), Valentina Mastrangelo (Donna Anna), Riccardo Fassi (Masetto); Alessia Nadin è Zerlina.



Il secondo cast è guidato dal giovane baritono greco Dionisos Sourbis nel ruolo del titolo, affiancato da Mariateresa Leva, Matteo Mezzaro), Cristian Saitta, Ekaterina Gaidanskaja, Leonardo Galeazzi, Davide Giangregorio e la vincitrice del Concorso AsLiCo 2014 Alessandra Contaldo (Zerlina).





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