L'uragano Fiorello si abbatte
su Senigallia e si ride di gusto

Fiorello tra Vinicio Mentuccia e Moreno Gasperini
Fiorello tra Vinicio Mentuccia e Moreno Gasperini
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Lunedì 2 Marzo 2015, 21:58 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 19:16
SENIGALLIA – E’ subito Fiorello Show.

Anche alla conferenza stampa organizzata dalla produzione della sua tournée alla Fenice prima dello spettacolo di ieri. Un Rosario in versione relax con capello ormai decisamente brizzolato e la voglia di raccontarsi. Proprio nel luogo dove più tardi andrà in scena. Anche un po’ forse per sentire l’odore, calcare i primi passi di quel palcoscenico che di lì a breve si trasformerà nel cuore del suo show.



Non c’è linearità nella Fiorello-esposizione, e guai a chiedergliela. O meglio, un filo conduttore c’è, e sarebbe l’intenzione di raccontare un po’ il suo spettacolo, cosa che però viene puntualmente lasciata in sospeso per il continuo accavallarsi di aneddoti, idee, ricordi, citazioni.

Insomma, quello che ne emerge è che Fiorello voleva tornare a fare lo showman. E che in fondo si sentisse un po’ stretto in quell’edicola e in quel baretto da cui ha recentemente fatto di tutto (filmati su web, radio, tv…). Lui non lo ammette direttamente, ma il succo è questo.



“Siamo in un periodo troppo 2.0”, spiega un appassionato Rosario, “non ci si tocca più, non ci si vede più. E anche io mi sono lasciato abbrutire, mi ero rinchiuso nel mio baretto, e da lì raggiungevo il mondo, non andavo neanche più alla radio per trasmettere. Si faceva tutto con il telefonino, video e voce. Allora ho pensato che avevo proprio voglia, bisogno fisico di uscire, desiderio di contatto diretto con il pubblico, Ed è per questo che ho deciso di fare questa tournée in spazi come i teatri, perché anche il palazzetto non ti dà l’idea di vicinanza, è comunque lontano. Poi se devo essere sincero mi piace proprio la dimensione della tournée, girare in macchina, le soste negli autogrill, gli hotel”.



Si finisce inevitabilmente a parlare di Senigallia e delle Marche “Giampiero Solari mi ha sempre portato qui a fare le prove. Ricordo quando preparammo gli spettacoli a Cagli, a Macerata, che bello! Mi piacciono tutte le città dell’Adriatico, perché poi, come ho fatto oggi al ristorante, ti mangi di quelle grigliate… Senigallia poi ha una storia, fondata dai Galli Senoni…ma ormai solamente famosa per Fabri Fibra! Comunque è la terza volta che vengo a Senigallia, Come si chiama il sindaco? Mangiacicci? Ho visto la foto, è molto piacione… Ma dai, uno così bello del Pd? Stasera se vedo il sindaco lo faccio sfilare. Mi dicono che ha una bella donna, anche se su fb non risulta sposato. Ecco in questo show non c’è politica. Non ne voglio parlare. Siccome io sto bene, poi rischio di non essere credibile. La politica si parla troppo addosso”.



E finalmente a ruota libera sullo show: “E’ uno spettacolo analogico, non c’è tanta tecnologia, anche se le pedane dei musicisti sono mobili, le quinte si uniscono e diventano uno schermo. Due ore e passa di spettacolo, in cui canto un arrangiamento meraviglioso di “Quando quando quando” che Tony Renis mi ha regalato e voleva dare a Frank Sinatra. Poi c’è un pezzo inedito, scritto da Cremonesi, e in stile molto celentanesco. E un duetto con Mina”.
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