Elena Sofia Ricci: “Anch’io
raggirata da una banca”

Elena Sofia Ricci: “Anch’io raggirata da una banca”
di Nicoletta Tamberlich
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Lunedì 24 Marzo 2014, 18:14
ROMA - “Un tv movie di tragica attualit: molte persone oggi fanno fatica ad arrivare a fine mese. Ma voglio farvi una confessione: 25 anni fa, quando non lavoravo come oggi, e non ero protetta da lass” (tra i suoi personaggi pi amati dal pubblico 'Che dio ci aiuti’ ndr), un funzionario di banca mi ha raggirato. E dall'oggi al domani mi sono ritrovata con un rosso sul mio conto di circa 20 milioni di lire di allora. Sono uscita da una situazione critica perch ho potuto contare sull'aiuto dei miei familiari, ma non tutti hanno questa fortuna”.

Dopo il rinvio di due settimane, va in onda su Rai1 domani e il 26 marzo la miniserie Le due leggi, con Elena Sofia Ricci che veste i panni di Adriana Zanardi, una integerrima direttrice di banca che, schiacciata dai sensi di colpa dopo il suicidio di un imprenditore al quale aveva rifiutato la concessione di un credito, comincia la sua personale battaglia la difficile conciliazione della legge dettata dal diritto con quella ispirata dal senso di umanità.

La miniserie, per la regia di Luciano Manuzzi (con Enrico Ianniello, Gaetano Bruno, Massimo De Francovich), affronta la crisi economica: un imprenditore ridotto in miseria si suicida, dandosi fuoco, dopo che gli viene negato un prestito. “Mi piace anche a volte frequentare film di impegno sociale come donna e come cittadina innanzitutto: il messaggio della serie - sottolinea l'attrice - è di non credere a chi vi promette facili guadagni. Le banche non sono tutte colpevoli, ma ci sono persone che approfittano delle difficoltà degli altri”.



Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta e il direttore di Rai1 Giancarlo Leone precisano nel corso della presentazione che la miniserie è slittata perchè “a pochi giorni dalla messa in onda ci si è resi conto che la banca si chiamava casualmente Tuocredit, nome di una società di broker reale, dunque si è scelto di cambiarla in fase di rimontaggio in Kuocredit”. Per quanto riguarda la lettera dell'Abi che, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, sarebbe stata inviata al presidente della Rai Tarantola, Leone ha replicato: “Possiamo assicurare sia io che il direttore di Rai Fiction di non essere mai stati informati: questo dimostra la piena libertà editoriale in cui la Rai tutta lavora sia per quanto riguarda i programmi sia per le fiction che sono i suoi fiori all'occhiello”.



La storia inizia col suicidio dell'imprenditore. È schiacciato dai debiti, si dà fuoco all'interno della banca che gli ha rifiutato la richiesta di credito. A dirgli di no è stata la Zanardi (Elena Sofia Ricci), ineccepibile direttrice che nel rapporto con i correntisti si attiene scrupolosamente alle regole della banca. La donna cambia completamente: inizialmente decide, contravvenendo alla legge, di aiutare i clienti in difficoltà, trasferendo temporaneamente sui loro conti piccole somme di denaro sottratte a quelli dei più ricchi. Quando verrà scoperta, sarà lei stessa a denunciarsi alle autorità. Ma a quel punto verrà a scoprire che alcuni esponenti corrotti del suo istituto bancario, utilizzando prodotti finanziari altamente speculativi, avevano effettuato operazioni truffaldine in danno della clientela. Sarà un percorso che porterà la protagonista a valutare la propria vita, privata e professionale, alla luce di nuovi parametri, alla ricerca della difficile conciliazione tra la legge dettata dal diritto con quella ispirata da un irrinunciabile senso di umanità.



“È una storia - aggiunge uno degli sceneggiatori Andrea Purgatori - ispirata a una storia vera accaduta in Germania, ma ambientata nell'Italia di oggi, in cui imprese, sistema bancario e famiglie devono affrontare una crisi economica subendo, sempre più spesso, le conseguenze delle condotte illecite di soggetti che speculano sulla crisi”.

“Questo ruolo - spiega Elena Sofia Ricci - mi ha molto toccato. Sono prima di tutto una madre di due ragazze adolescenti e mi chiedo ogni giorno quale sia il futuro che le attende. Ma bisogna anche essere fiduciosi, voglio credere in questa Italia. Sono inizialmente una donna che non si ferma davanti a nulla, che non conosce la pietas, ma ha il chiodo fisso della carriera, a discapito dei piccoli imprenditori.

Finchè un giorno uno di questi non si dà fuoco proprio nella banca. Lei si ferma, come un meccanismo che si inceppa all'improvviso. La banca non solo non la licenzia, ma tenta di insabbiare tutto. Lei allora apre gli occhi, non ci sta più a giochi sporchi anche se legali sulla carta, cerca il riscatto e pur di fare luce, ottenere giustizia, si autodenuncia, finisce in galera”.
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