​ “Lo Sberleffo” nasce sotto
la buona stella di Lello Longhi

JESI - L'undicesima rassegna di teatro in vernacolo "Lo Sberleffo" promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune, nasce sotto la buona stella dell'indimenticato Lello Longhi, tra i maggiori poeti dialettali jesini, nel trentacinquesimo anniversario della scomparsa.

E se le Compagnie teatrali dialettali della città - I Filetti Rossi Sperluccicosi, Sipario! ed El Passì - sono pronte a mettere in scena da domani al 30 marzo il meglio delle loro produzioni in vernacolo, intanto il Comune ha incaricato l'artista Massimo Ippoliti di restaurare il busto marmoreo di Lello Longhi e farlo passare da un polveroso magazzino del teatro comunale (dove era finito in seguito a traslochi degli uffici) al posto d'onore del foyer, dove in passato era stato collocato. La sua figura, importantissima per la storia culturale della nostra città, è stata ricordata da Franco Morici, marito della figlia di Longhi, che ha raccolto il testimone del vernacolo jesino. "Il busto, realizzato dallo scultore Barbaresi torna al suo posto per la rassegna,che è un momento commemorativo di questo personaggio jesino ma anche di valorizzazione della nostra identità", dice l'assessore alla Cultura Luca Butini. "Lello, all'anagrafe Aurelio, era nato a Jesi nel 1901 - ricorda Morici - orologiaio, scrittore in lingua e in vernacolo, ha saputo leggere, come pochi, nell'anima della nostra gente, coglierne il sentimento e l'arguzia, sempre attento a sottolineare i valori della famiglia, dell'amicizia, e del sociale". In suo onore, domani (ore 21,15) e domenica (17,15) i Filetti Rossi Sperluccicosi porteranno in scena la commedia "Non dovria vola' 'na mosca"; l'8 e 9 marzo Sipario! ci proporrà "Poghi ma boni" e il 29 e 30 marzo, la conclusione della rassegna con "Tutto pe' i guadrì!!" della compagnia El Passì. Info: 0731.206888.