​Verdone: “Difficile far ridere
nell’Italia di oggi”

​Verdone: “Difficile far ridere nell’Italia di oggi”
di Francesca Pierleoni
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Domenica 4 Maggio 2014, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 18:30
LECCE - Il cinema “ sempre stato lo specchio del periodo che si vive, in un Paese sbandato lo anche la creativit, basta pensare che ci siamo messi a rifare i film francesi. difficile osservare la realt oggi e tirar fuori commedie, trovando l'angolazione giusta”. Ne è convinto Carlo Verdone, uno dei protagonisti, insieme fra gli altri a Carlo Vanzina, Neri Parenti, Francesco Bruni, Fulvio Lucisano, Massimo Gaudioso, e 'new entry' come Pio e Amedeo, Sidney Sibilia, Edoardo Leo, degli Stati generali della commedia italiana, moderati da Marco Giusti, al Festival del Cinema europeo di Lecce.



Anche se, precisa Verdone, “l'allarme per gli incassi minori al cinema è generale. Come ha scritto Variety il pubblico tra i 18 e i 24 anni sta scomparendo”. Nell'invasione in Italia di commedie, però, individua qualche male endemico: “Si spremono sempre gli stessi attori, si ripetono gli stessi modelli, persino gli stessi titoli, quanti film con la parola amici e amico sono usciti negli ultimi anni?”. L'attore-regista ha però apprezzato anche sguardi nuovi come quello di Sidney Sibilia con Smetto Quando voglio, “un film che mi ha interessato molto”. E proprio Sibilia, che ora sta preparando come showrunner la sitcom Zio Gianni, che segue per Rai2 il modello produttivo fra internet e tv di Una mamma imperfetta, aggiunge che “i ragazzi oggi sono legati al modello di video brevi di you tube, e questo abbassa la loro soglia d'attenzione”.



Per Carlo Vanzina la fuga del pubblico giovane è dovuta anche al fatto che “i 20-25enni di oggi, non fanno commedie, come aveva fatto Carlo Verdone, per raccontare “come amano, come vivono. Per noi sono come degli ufo. I film ormai si possono fare anche con gli smartphone, possibile nessuno faccia 'Un sacco bello' di oggi?

Così continueremo a fare commedie d'imitazione, tutte uguali, con gli stessi cast, serve ricambio”. E a Verdone, Vanzina suggerisce “di dirigere un bellissimo film con tutti giovani protagonisti”. Possibilità non così lontana da realizzarsi: “Io ho sempre cercato di lanciare attori nuovi, da Claudia Gerini a Lorenzo Richelmy che ora hanno voluto anche a Hollywood (come protagonista per una miniserie su Marco Polo, ndr). Con la storia giusta non vedo l'ora di fare l'operazione che dici tu”.



Per Parenti “ci vorrebbe più innovazione e coraggio, anche nel sistema con cui si lanciano i film, che è rimasto lo stesso di 30 anni fa”. Vanzina aggiunge anche che “questo è un Paese molto, complicato, prima la comicità era nazionale, ultimamente, per un gruppo di str un in politica si è diviso, ci sono attori del sud che al nord non fanno ridere, e viceversa”. C'è poi il problema della scomparsa delle sale cittadine: “il pubblico adulto, l'unico che spende per il cinema, spesso non ha voglia di prendere la macchina per andare in un multiplex” sottolinea Fulvio Lucisano.



Tra il ritorno di temi come la concorrenza televisiva, la scarsa attenzione di critici, festival e premi per la commedia, ma anche i fenomeni Zalone e I soliti idioti, arriva l'autocritica del duo pugliese Pio e Amedeo: “Per il nostro primo film (Amici come noi, che ha incassato intorno ai 3 milioni di euro) il 40% delle decisioni non le abbiamo potuto prendere noi, lo capiamo, c'erano preoccupazioni di botteghino, ma ci sono cose che non avremmo mai messo. Ci hanno dato un regista del nord (Enrico Lando, ndr) con cui neanche ci capivamo”. E poi, rivolgendosi a Matteo Oleotto, regista di Zoran, il mio nipote scemo, commedia indie premiata a Venezia e vincitrice qui a Lecce del Premio Mario Verdone, ma poco vista in sala: “tu sei probabilmente più orgoglioso della tua creatura che noi della nostra”...”Ma voi siete più ricchi”, gli ha risposto sornione Oleotto.
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