Guerra di "scudi crociati" tra Udc e Dc
Rosini: "Il Consiglio di Stato ha già risposto"

Guerra di "scudi crociati" tra Udc e Dc Rosini: "Il Consiglio di Stato ha già risposto"
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Lunedì 4 Maggio 2015, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 10:57
ANCONA - Nuovo capitolo nella «guerra degli scudi crociati» nelle Marche, dopo la querelle sull'uso del simbolo dell'Udc da parte di quella parte dell'Udc intende rimanere nel centrosinistra e sostiene Luca Ceriscioli (Pd), mentre l'altra parte ha aderito ad Area Popolare e sostiene il presidente uscente Gian Mario Spacca, insieme a Forza Italia e alla Democrazia Cristiana. Il nuovo fronte si apre proprio con quest'ultima formazione, portata avanti da coloro che per anni si sono battuti contro lo scioglimento del partito deciso da Mino Martinazzoli tra il 1992 e il 1993. Il gruppo, con il segretario nazionale Angelo Sandri, ha lanciato un progetto unitario nelle Marche, insieme a varie «anime» democristiane, con liste in tre circoscrizioni provinciali (Ancona, Macerata e Fermo) a sostegno di Spacca. Ovviamente corre con lo scudo crociato e la scritta «Libertas». Che però figura anche nel contrassegno della lista Popolari Marche-Udc. Si parla di ricorsi, non percorribili al momento. A Fermo, dopo alcuni rilevi da parte dell'ufficio elettorale presso il tribunale sulla parziale sovrapponibilità dei due simboli, il segretario provinciale e capolista Stefano Ravagnani ha modificato il simbolo: uno scudo crociato stilizzato bianco su fondo blu, la scritta «Spacca presidente» in giallo e sotto «Democrazia Cristiana» in bianco. Ravagnani considera comunque «un vittoria» la presentazione della lista e lancia un appello al voto a tutti i democristiani. Stesa situazione a Macerata. L'ufficio elettorale presso il tribunale di Ancona, invece, ha accettato lo storico contrassegno Dc senza colpo ferire. E secondo il capolista Franco Rosini e Gabriella Strizzi, segretario organizzativo nazionale del partito, anche lei in lista, il problema è superato dalla sentenza n. 6930 del 17 settembre 2010 del Consiglio di Stato che ha sancito la «non confondibilità» dei due simboli per caratteristiche grafiche e colori, comprese le differenze di dimensioni e posizionamento dello scudo crociato. «Impossibile ingenerare confusione negli elettori» concludono Rosini e Strizzi.(ANSA). ME 04-MAG-15 18:19 NNN
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