Fano, esposto dei grillini a prefetto e Agcom
"Comunicazione, violata la legge 30 volte"

Fano, esposto dei grillini a prefetto e Agcom "Comunicazione, violata la legge 30 volte"
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Martedì 26 Maggio 2015, 21:32 - Ultimo aggiornamento: 21:56
FANO - Trenta presunte violazioni di legge in poco più di un mese; per una comunicazione politico istituzionale ritenuta illecita parte un esposto a prefetto e Agcom.

Tra comunicati, inaugurazioni e conferenze stampa, la comunicazione dell'amministrazione comunale di Fano, per iniziativa di vari esponenti politici, si è oggettivamente intensificata in prossimità delle elezioni regionali.



Il gruppo consiliare Fano 5 stelle, consultando media e siti web, ha messo nero su bianco un elenco con cui, oltre a presentare la “solita” interrogazione al sindaco, ha redatto un esposto formale inviato alla Prefettura di Pesaro Urbino e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), tramite il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom), per contestare una violazione sistematica, continuativa e conclamata della legge 28 del 2000, che all’articolo 9 fa divieto a ogni amministrazione pubblica - Comuni compresi - di svolgere in campagna elettorale attività di comunicazione, salvo quella che risulti indispensabile per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni, purché promossa in modo impersonale.



L’effetto è simile a quello della favola del re nudo, dove un bambino proclama la vergogna del sovrano con le intimità in mostra laddove l’ipocrisia degli adulti voleva che indossasse vesti elegantissime.



Quello che fa in termini di comunicazione la giunta Seri, infatti, in un mondo per il quale vale la massima aggiornata di Cartesio “comunico ergo sum”, è ciò che mediamente fanno - e generalmente hanno sempre fatto - tutte le amministrazioni locali in prossimità delle elezioni, particolarmente di quelle amministrative. Ma ciò non toglie che tale prassi sia vietata dalla legge.



Perciò l’iniziativa dei 5 Stelle ha già prodotto l’impegno del viceprefetto per una sensibilizzazione delle amministrazioni comunali di Fano e Pesaro e, soprattutto, l’apertura formale di un’istruttoria del Corecom, che ha chiesto deduzioni sulle contestazioni al Comune di Fano.



Nell’esposto, inoltre, i grillini chiedono che siano impedite, in quanto contrarie alla ratio delle legge che vuole evitare una distorsione elettorale della comunicazione istituzionale, l’inaugurazione della Data di Urbino per l’Expo il 29 maggio, a due giorni dal voto, e la cerimonia dell’esposizione della Bandiera Blu, consegnata al Comune di Fano già venti giorni fa, addirittura il 30 maggio, alla vigilia delle elezioni.



La questione l’aveva già sollevata un mese fa con un esposto al prefetto il consigliere comunale (e candidato) Udc Davide Delvecchio. In più ora F5S si rivolge anche all’autorità competente per queste violazioni (Agcom), riscontrando i casi segnalati con la giurisprudenza che per situazioni analoghe ha portato alla censura delle amministrazioni con la sanzione (prevista dalla legge ma invero indolore) della pubblicazione dell’avvenuta infrazione sul sito web istituzionale.



“Assistiamo in questo periodo a passeggiate istituzionali dei nostri amministratori - ha sottolineato ieri in conferenza stampa la consigliera comunale Marta Ruggeri -, con tagli di nastri, conferenze stampa, comunicati che troviamo anche sul sito del Comune. Così il cittadino ha in vetrina sempre gli amministratori che si stanno autocelebrando, cosa che la norma vieta”.



Hadar Omiccioli ha personalizzato i casi: “Vediamo che i ruoli istituzionali si stanno confondendo con quelli di partito: il sindaco Seri ha detto che voterà Rapa, Marchegiani convoca conferenze stampa come assessore ma è il segretario del Pd, Minardi in modo eclatante presenzia come presidente del Consiglio comunale alle inaugurazioni ma è candidato, l’assessore alla legalità Mascarin appoggia Altre Marche”.



In realtà una censura all'operato degli amministratori comunali è contenuta già nel parere del segretario generale del Comune di Fano sulla legge 28/2000, chiesto proprio dal presidente del Consiglio Renato Claudio Minardi.



"La ratio della norma è quella di prevenire i rischi di interferenza e le distorsioni che la comunicazione degli enti pubblici potrebbe indurre rispetto a una libera consultazione elettorale - afferma il segretario Antonietta Renzi -. Si intende così evitare che l'attività di comunicazione realizzata dalle amministrazioni durante questo periodo "sensibile" possa sovrapporsi e interagire con l'attività propagandistica svolta dalle liste e dai candidati, dando vita a una forma parallela di campagna elettorale, sottratta a qualsiasi tipo di regolamentazione. Devono, quindi, ritenersi vietate tutte quelle attività informative dirette essenzialmente a proporre un'immagine positiva dell'ente, delle sue istituzioni e dei suoi organi, allo scopo di legittimarne l'operato svolto o di enfatizzarne i meriti".
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