Lupi sbranano ​pecore e agnelli
Terzo agguato all'azienda Beltrami

Lupi sbranano ​pecore e agnelli Terzo agguato all'azienda Beltrami
2 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Agosto 2014, 20:28 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 18:51
CARTOCETO - Da Frontone a Cartoceto, a distanza di un mese un nuovo attacco dei lupi. Il bilancio sempre pi pesante. Sbranate una decina di pecore. A fine luglio, nel paese ai piedi del monte Catria, era stata ritrovata una carcassa di daino completamente spolpata a poche decine di metri da alcune case. Ora ad essere finita nel mirino è l'azienda Beltrami di Cartoceto, noti produttori di formaggi. A denunciarlo è la Coldiretti provinciale. Il bilancio dell'incursione notturna è di una decina di capi tra pecore e agnelli uccisi o spariti. Si tratta del terzo attacco subito dall'impresa nel giro di poco tempo, e ad aumentare la preoccupazione è il fatto che ancora una volta l'attacco è avvenuto a poca distanza delle abitazioni, come già accaduto il mese scorso a Frontone. "Sale il conto dei danni e con esso l'esasperazione dei nostri allevatori rispetto a una situazione che la pubblica amministrazione non sembra in grado di risolvere - denuncia Tommaso di Sante, presidente di Coldiretti Pesaro Urbino -. Gli attacchi continuano a verificarsi mentre alcune aziende devono ancora ottenere gli indennizzi del 2011, soldi che peraltro non coprono che una parte del danno". Di Sante è critico anche con la Regione Marche. "L'ultima bozza di delibera predisposta dalla Regione Marche minaccia di peggiorare ulteriormente la situazione, sia dal punto di vista del carico burocratico per le aziende sia da quello della disponibilità di fondi". Sulla delicata questione interviene pure il direttore di Coldiretti Paolo De Cesare. "Fare impresa nelle aree interne è sempre più difficile e l'incapacità della politica a porre un freno al problema dei selvatici rischia di costringere le aziende a chiudere i battenti - aggiunge De Cesare -. In questo modo si metterebbe a rischio non solo l'economia delle zone montane, ma la stessa possibilità di prevenire il dissesto idrogeologico, venendo meno la costante opera di manutenzione svolta dagli agricoltori".
© RIPRODUZIONE RISERVATA