L'addio di Bagalini finisce sotto la lente

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Mercoledì 4 Febbraio 2015, 05:12
DOMENICO CIARROCCHI
Fermo
Sulla Rete i dubbi si susseguono. L'assessore Luigi Montanini posta il nostro servizio di ieri sui lavori in programma a Torre di Palme e c'è chi commenta: “Lascerete molti nastri da tagliare alla prossima giunta!”. Al che un altro assessore, Franco Menicali, non resiste e scrive di getto: “Vedremo!!!”. Con tre punti esclamativi. Sul Web i puntini di sospensione e quelli esclamativi fanno sempre festa; ma, insomma, è altra benzina sul fuoco. Perché “vedremo”? Forse la giunta non ha davvero più intenzione di dimettersi?
Di questo e altro si parlerà stasera in occasione dell'assemblea dell'Unione comunale del Pd che chiama a raccolta i rappresentanti dei circoli e che, dopo l'ultimo incontro, quello che sancì le doppie dimissioni (sindaco Nella Brambatti e segretario cittadino dem Manolo Bagalini), promette altre scintille. L'altra volta si andò avanti fino alle 4 del mattino, il popolo del Pd fa gli scongiuri: “Speriamo davvero di finire prima”.
All'ordine del giorno c'è la richiesta presentata da Bagalini di rimettere il mandato all'assemblea. Quando lo scorso mese si era parlato di dimissioni, in realtà si trattava solo della prima mossa, concordata per trovare una via d'uscita all'impasse: la decisione deve essere ratificata e a farlo dovrà essere il Parlamentino dem. Le sorprese potrebbero essere dietro la porta. Su 40 componenti dell'Unione Comunale, la maggioranza, risicata, sta con il segretario cittadino uscente e quindi l'assemblea potrebbe respingere la richiesta di Bagalini. Inoltre impallinare il segretario potrebbe essere una scelta tutt'altro che azzeccata. Bagalini è segretario del partito dall'ottobre di due anni fa, quando prese il posto di Piero Mennò. Giovane e dinamico, su di lui il Pd voleva fare affidamento per un rinnovamento dei vertici, di pari passo con la nomina di Paolo Nicolai alla guida della segreteria provinciale. In caso di contrapposizione molto netta fra le due anime del partito si potrebbe optare per il congelamento delle dimissioni scegliendo un traghettatore verso il voto.
Ma se prevalesse l'intenzione di salvare Bagalini, altri e ancora più consistenti colpi di scena potrebbero arrivare dalla giunta. Il sindaco Brambatti ha ratificato le sue dimissioni in Comune venerdì 23 gennaio e, secondo quanto prevede la legge, ha ormai solo una settimana per ripensarci. In caso contrario il prefetto Angela Pagliuca nominerebbe il commissario prefettizio incaricato di guidare l'amministrazione verso il voto di maggio. Ma se il primo cittadino dovesse fare dietrofront, affidandosi al voto del Consiglio, a quel punto sarebbe difficile rispettare la scadenza prevista per andare alle urne entro primavera, fissata al 20 febbraio. A quel punto si tornerebbe a votare nella primavera del prossimo anno, lo stesso periodo in cui sarebbe scaduta la consiliatura. I dubbi restano, frasi sibilline e battute sulla Rete contribuiscono ad aumentarli. Come andrà a finire? “Vedremo”, direbbe Menicali.
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