Brasile, flop di stelle: la maledizione
verdeoro continua, vince il Messico

Jorge Enriquez esulta per l'oro del Messico (foto Andy Rain - Epa)
Jorge Enriquez esulta per l'oro del Messico (foto Andy Rain - Epa)
di Francesco De Luca
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Domenica 12 Agosto 2012, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 19:28
LONDRA - finita come a Los Angeles e Seul, Olimpiadi dell'84 e dell'88: Brasile secondo, ecco la medaglia d'argento per la Seleao che non riesce pi a vincere. Certo, arrivata prima in tre edizioni su tre della Confederations Cup, ma quanto contano? L'ultimo Mondiale risale al 2002 e cocenti sono state anche le delusioni in Coppa America.



Una maledizione, il torneo a cinque cerchi. Il Brasile di Mano Menezes, quello che tra due anni verrà più o meno riproposto ai Mondiali da giocare in casa (e da vincere, ovviamente), è crollato e ha perso la finale a Londra contro il Messico per 2-1. Wembley, il salotto della nazionale inglese, ha esaltato quei ragazzi semisconosciuti e in particolare Oribe Peralta, che ha segnato una doppietta, dopo 29 secondi (la rete più veloce delle Olimpiadi) e al 64', sfruttando le clamorose incertezze del Brasile, in particolare di Rafael, difensore del Manchester United assolutamente nel pallone. Il gol della speranza (quella di arrivare ai tempi supplementari) è arrivato troppo tardi: lo ha segnato Hulk al 93'.



A Pelè, presente in tribuna (e alcuni maligni hanno ricordato che quando c'è lui il Brasile difficilmente vince), avranno detto che quel messicano di 28 anni, arrivato per caso alle Olimpiadi, gioca nel Santos, che però non è quello mitico della Perla Nera, ma il Santos Laguna, un club di medio calibro in Messico. Disperati, com'è nel loro stile, migliaia di tifosi brasiliani arrivati a Londra. Sembravano invincibili i loro idoli fino alla finale: cinque vittorie e 15 gol. Ma la finale è stata un evento maledetto a dispetto dei fuoriclasse che erano presenti, da Thiago Silva a Neymar.



Assenti nazionali di livello, come l'Argentina, che aveva vinto a Pechino, e l'Italia, che durante la gestione Casiraghi non era riuscita a qualificarsi, c'erano stati altri vantaggi per la Seleçao durante il torneo, ovvero l'eliminazione dell'Uruguay di Cavani e Suarez e della Gran Bretagna. Menezes ha commesso una serie di errori, sottolineati da un ex grande della Seleçao, Romario, presente a Londra: «Se non c'è un progetto tattico che ce ne facciamo di campioni come Neymar e Pato?».



Già, che ce ne facciamo? E che ce ne facciamo di Menezes? Il ct, due anni fa preso per sostituire Dunga, rischia la panchina, però lui prova a minimizzare: «I tifosi mi hanno fischiato, è nel loro diritto. Abbiamo sbagliato tutti. D'altra parte, l'allenatore del Brasile è contestato anche quando vince un Mondiale, figurarsi dopo una sconfitta. Questo è il modo di pensare e di vivere il calcio nel nostro Paese e dobbiamo accettarlo. Non c'è stato alcun problema in questi trenta giorni tra allenamenti e partite. Abbiamo incassato il primo gol dopo ventinove secondi, però non sottolineiamo che si è trattato di un errore individuale. C'erano a disposizione altri 89 minuti per recuperare». Ma ai presunti fenomeni non sono bastati.


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