Basket, oro al dream team Usa
ma quanta sofferenza contro la Spagna

Una fase di Usa-Spagna
Una fase di Usa-Spagna
di Gabriele Santoro
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Domenica 12 Agosto 2012, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 12:03
LONDRA - L’abbraccio intenso, dopo la sirena del 40’, tra i compagni di squadra ai Los Angeles Lakers , Pau Gasol e Kobe Bryant restituisce l’istantanea più bella di una finale olimpica strepitosa. Alla North Greenwich Arena gli Stati Uniti confermano, 107-100, la medaglia d’oro di Pechino 2008 (allora finì 118-107), ma il talento ben organizzato della Spagna offre alla platea londinese e mondiale uno spettacolo emozionante.



Le triple della “bomba” Navarro (21 punti, 4/9 da3), tornato a splendere a dispetto della fascite plantare che lo affligge, la verticalità dello stoppatore Ibaka (12 punti, 9 rimbalzi) e la premiata ditta Gasol&Gasol (24 punti, 7 assist, 8 per Pau; 17 punti in 17’ d’impiego con 6/8 da2 per il fratello Marc) tengono in equilibrio la sfida fino al 33’, 93-86, quando lo strapotere tecnico e fisico di Kevin Durant (30 punti, 9 falli subiti) incrina la convinzione degli iberici. LeBron James (19 punti) si esalta nell’ultimo quarto, mentre Bryant (17 punti) appare in tutte le fasi determinanti.



Il Dream Team di Barcellona ’92 non è avvicinabile, ma gli eredi restano i padroni del gioco. Dopo la fase eliminatoria, dominata in scioltezza, Bryant&Co hanno dimostrato rispetto per l’Argentina di Manu Ginobili e hanno saputo soffrire nell’epilogo comunque vincente contro gli spagnoli. La Spagna, dopo un torneo difficile in cui non ha espresso il meglio della propria pallacanestro, rimane la seconda potenza cestistica su scala globale con alle spalle un bacino di giovani a cui attingere. Il dato statistico degli assist (ben 22 per la Spagna) dà la misura della qualità di un sistema in cui tutti si passano la palla per cercare, insieme alle giuste spaziature, il miglior tiro possibile.



I numeri della finale. Gli Stati Uniti chiudono con il 58% da2 (19/33), il 41% da3 (15/37) e 77% ai liberi. La Spagna con il 54%, il 37%, l’84% e tiene botta ai rimbalzi (37-35).



La partita. La squadra allenata dall’italiano Sergio Scariolo scende sul parquet con lo spirito leggero di chi ha già ottenuto un risultato importante e ha l’intenzione di provarci. Il coach dell’Olimpia Milano vara subito la difesa a zona, sperando di limitare il divario fisico con gli avversari. Mike Krzyzewski, tecnico leggendario di Duke University che ha guidato la ricostruzione del team Usa e ora lascerà l'incarico da ct, sceglie il solito starting-five con il lungo Chandler, ma è con l’ingresso di Carmelo Anthony (8 punti in 2’) e il quintetto “piccolo” che trova la prima fuga (break di 18-2), 25-16 al 6’, dopo la partenza superlativa di Navarro (12 punti in 4’).



Durant (12 punti al 10’) è semplicemente immarcabile, 35-27. Rudy Fernandez si accende e dalla panchina il play Rodriguez, innescato da Gasol, sorpassa, 37-39 al 12’. Gli statunitensi forzano eccessivamente dalla lunga distanza, ma la solidità di Kevin Love garantisce un’altra dimensione interna, 50-44 al 15’. Navarro è indemoniato (19 punti segnati all’intervallo lungo) e un pasticcio di Iguodala (palla persa a centrocampo e fallo antisportivo commesso) premia lo sforzo delle Furie Rosse, 59-58 al 20’.



Nel terzo periodo sale in cattedra Pau Gasol: la stella catalana spaventa i colleghi Nba abbinando alla classe cristallina il furore agonistico. I compagni lo cercano con continuità e lui non sbaglia nulla (13 punti in 10’), 70-71 al 35’. Kobe Bryant annusa il momento decisivo della gara: tripla e tiri liberi per il nuovo +5, 77-72. Ibaka risponde con coraggio e precisione dalla lunetta a due triple micidiali di Durant, 83-82 al 30’. Scariolo ritrova Marc Gasol, a lungo in panchina con quattro penalità, ma sul + 10 firmato Bryant, 97-87 al 35’, avverte che il sogno sta svanendo. Chris Paul si prende la regia e LeBron James, fino a quel momento non pervenuto, indovina le due giocate decisive compresa la tripla che chiude la contesa, 102-93 al 38’.



Bronzo alla Russia. In mattinata il talentuoso play russo Shved (25 punti) ha tolto, 81-77, all’Argentina con un finale di gara emozionante la gioia del bronzo. Manu Ginobili (21 punti), protagonista assoluto di questo torneo con l’altro fenomeno sudamericano Luis Scola, non riesce così a coronare con l’ultimo titolo un ciclo forse irripetibile per l’Albiceleste.
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