Whirlpool-Indesit, riprende la protesta
dopo la rottura delle trattative: nuovi blocchi

Whirlpool-Indesit, riprende la protesta dopo la rottura delle trattative: nuovi blocchi
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Martedì 21 Aprile 2015, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 13:06
CASERTA - Sesto giorno di protesta allo stabilimento Whirlpool-Indesit di Carinaro, a Caserta.



Anche questa mattina i dipendenti hanno bloccato gli accessi alla zona industriale impedendo a decine di camion di caricare e scaricare prodotti e merci della stessa Whirlpool e di altre aziende.



Sul posto i funzionari della Polizia di Stato stanno cercando di mediare e convincere i manifestanti ad allentare il blocco per evitare che la tensione possa degenerare.



Dopo la rottura delle trattative sul nuovo piano industriale che prevede il taglio di circa 1.350 posti e la chiusura di tre stabilimenti fra cui lo stabilimento Indesit di Carinaro i sindacati hanno proclamato un pacchetto di dodici ore di sciopero, mentre il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha convocato le parti per lunedì prossimo.



I tagli più pesanti sono dove sono previsti proprio allo stabilimento di Carinaro (815 posti) e al centro di ricerca di None in Piemonte.



Ieri il confronto è iniziato nel primo pomeriggio. Ma dopo 10 minuti i rappresentati di Fim, Uilm e Ugl hanno deciso di abbandonare il tavolo e di chiedere l'intervento del Governo. La decisione è arrivata prima che l'amministratore delegato di Whirlpool Italia Davide Castiglioni potesse illustrare il piano industriale che conterrebbe 500 milioni di investimenti e il trasferimento in Italia di alcune produzioni dalla Turchia. Ma in quel piano, secondo quanto riferisce Gianluca Ficco della Uilm, ci sarebbe anche il trasferimento in Polonia delle attività di ricerca dallo stabilimento di None. A far decidere i sindacati sono state le dichiarazioni dell'azienda che ha definito il proprio piano «una scelta inevitabile» pur essendo disponibile a discutere. «Insomma - spiega Michele Zanocco della Fim Cisl - è stato chiaro subito che si poteva discutere del piano ma non si poteva provare a ridurre il numero dei tagli e le chiusure». Da qui la richiesta di un intervento da parte del Governo e del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.



Nel frattempo la Fiom, che avrebbe voluto continuare a discutere con l'azienda, ha comunque deciso di non proseguire il dialogo in mancanza delle altre rappresentanze sindacali. Tutti insieme hanno comunque deciso di proclamare un pacchetto di 12 ore di sciopero mentre a Carinaro gli operai bloccavano il deposito merci della fabbrica e poi creavano disagi alla mobilità impedendo l'accesso alla superstrada Marcianise-Giuliano.



«Ora tocca al governo farsi sentire dall'azienda. Noi la nostra l'abbiamo detta e ribadita. I patti vanno rispettati!» ha detto in un tweet il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. E al rispetto dell'accordo del 2013 fa riferimento anche il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. In quell'accordo chiuso dal Governo con Indesit e la famiglia Merloni erano esclusi sia la chiusura degli stabilimenti, sia esuberi fino al 2018. «Inoltre - spiega Palombella - era prevista una clausola di salvaguardia in caso di cessioni». Non solo era anche previsto un potenziamento del sito di Carinaro.



Ora, come richiesto dai sindacati, la vertenza passa sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico. A meno di due ore dal forfait dei sindacati il Ministro Guidi ha convocato le parti al Mise per lunedì 27 aprile alle 10.30. E l'azienda ha ribadito la propria «disponibilità ad un confronto aperto, trasparente e collaborativo con tutte le parti coinvolte sui contenuti del piano».
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