Sono 146.152 gli stranieri
residenti nelle Marche

Alcuni stranieri in centro ad Ancona
Alcuni stranieri in centro ad Ancona
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 23:15
ANCONA - Sono 146.152 gli stranieri residenti a fine 2013 nelle Marche, pari al 9,4% di tutta la popolazione regionale (+1,3% rispetto alla media nazionale).

Si registra una crescita di 6.000 unità rispetto al 2012, dovuta soprattutto a ricongiungimenti familiari e nuovi nati (2.192). Ma negli ultimi cinque anni perdono il lavoro 12 mila immigrati.

È quanto emerge dal Dossier statistico immigrazione, presentato ad Ancona, a cura dell'Unar e della Regione Marche, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche Idos. Tuttavia, quantificando anche i dati dei permessi di soggiorno (126.596 persone, di cui 32.212 minorenni), il numero delle presenze immigrate regolari stimato nella regione sale a 167.264, cui vanno aggiunte altre 5.000 unità che nel 2013 hanno acquisito la cittadinanza italiana. «Una presenza strutturale - ha sottolineato Giovanni Santarelli, dirigente Programmi sociali della Regione Marche - che occorre conoscere e affrontare senza luoghi comuni o pregiudizi discriminatori per costruire adeguate politiche pubbliche». Il 57% dei residenti stranieri proviene dall'area europea, (per il 24,4% comunitaria) ed in particolare romena (16,3% ), albanese (14,9%), macedone (7%), moldava (3,6%) e ucraina (3,5%), mentre gli immigrati di origine africana (19%) si confermano al secondo posto con i marocchini al 9,4% seguiti da tunisini, nigeriani e senegalesi. Al terzo posto gli asiatici (17,8%), di cui un terzo cinesi, mentre i latino-americani sono al 5,5%. La maggior parte dei residenti stranieri si concentra nella provincia di Ancona (45.900, pari al 31,4%), seguita da Macerata (34.562, 23%), Pesaro-Urbino (33.485, 22,9%), Fermo (17.727, 12,1%) e Ascoli Piceno (14.478, 9,9%). Il numero degli alunni di origine straniera iscritti all'anno scolastico 2013-2014 nelle Marche è quasi pari al 12% (26.545 unità, di cui oltre la metà nata in Italia) di tutta la popolazione scolastica, e di tre punti superiore alla media nazionale. In linea con il resto del Paese, la popolazione immigrata sceglie scuole secondarie tecniche o professionali per avere un più immediato accesso al lavoro. Ma la disoccupazione colpisce anche gli immigrati, di cui solo uno su sei risulta impiegato, e quelli che lo sono lo fanno alle dipendenze di piccole o piccolissime imprese. «Una situazione - ha rilevato Eduardo Barberis, dell'Università di Macerata - che rischia d'intrappolare gli immigrati in una segregazione sociale ed economica». La mano d'opera straniera tende inoltre a spostarsi lentamente dall'industria, che ne assorbe il 49% (nel 2005 si era ad oltre il 57%) al terziario (41%). Ma va rilevato che negli ultimi dieci anni triplicano le imprese di immigrati, passate da 5.000 a 14.433, l'8,2% di quelle attive nella regione, mentre il flusso di denaro dei lavoratori immigrati delle Marche verso i Paesi di origine raggiunge nel 2013 i cinque milioni di euro. Per quanto riguarda i richiedenti asilo ha reso noto il viceprefetto vicario di Ancona Paolo De Biagi, in provincia sono circa 800 quelli arrivati con l'operazione Mare Nostrum (2.000 i permessi di soggiorno rilasciati nelle Marche per scopi umanitari), accolti nelle strutture convenzionate presenti nel territorio e costantemente monitorati.



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