Marcolini: "La mia candidatura
non divide, la novità sono io"

Pietro Marcolini al Teatro delle Muse
Pietro Marcolini al Teatro delle Muse
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Sabato 24 Gennaio 2015, 13:26 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 16:54
ANCONA - Primarie Pd Marcolini: "La mia candidatura non divide. La novità sono io".

Una candidatura «non divisiva, di accoglienza e ascolto, non ipotecata da conflitti interni al Pd e storie ventennali», su cui la società civile può «essere tentata di compromettersi» facendo propria una piattaforma politico-programmatica «ottimista e realista». L'assessore regionale al Bilancio e Cultura Pietro Marcolini, candidato del Pd alle primarie del centrosinistra contro l'ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e Ninel Donini (Idv), ha riempito il ridotto del Teatro delle Muse di Ancona per il lancio del suo programma.



Un tutto esaurito, con molta gente in piedi, frutto di quella che lui stesso ha definito «una pluralità di contributi associativi, politici, territoriali, che tiene insieme cattolici, socialisti, ambientalisti e tutti i territori, da Pesaro ad Ascoli Piceno». Un format da talk show, animato da sei testimonianze di lavoratori, disoccupati, piccoli imprenditori dell'enogastronomia e della cultura; molti dei supporter di primo piano in platea: da Alessia Morani a Piergiorgio Carrescia, dagli assessori Antonio Canzian, Marco Luchetti, Almerino Mezzolani al consigliere regionale Gianluca Busilacchi.



«Discontinuità e rinnovamento - ha detto Marcolini ribaltando la formula di Ceriscioli - non sono valori ideologici, ma un problema di metodo e contenuti. Fassino e Chiamparino ad esempio hanno 4-5 anni più di me, ma incarnano esperienze amministrative innovatrici». «Meglio un rinnovamento di accompagnamento, che faccia da traino a un rinnovamento più largo - ha detto fra gli applausi - che un rinnovamento nominale circondato da vecchi conservatori». Le primarie «non possono essere un regolamento di conti del congresso del Pd, ma un'occasione per parlare alla comunità di progetti, idee».



Quanto alla coalizione di governo «nessuna pregiudiziale: insieme al Pd ragioneremo di contenuti e programma». Al governatore uscente Gian Mario Spacca, che ha fondato Marche 2020, Marcolini ricorda che il vincolo del tetto dei dieci anni di mandato è nello statuto del Pd, e che «il punto di svolta con lui c'è stato nel 2013, quando, con le elezioni politiche, Spacca si è spostato a sostegno di un partito che non lo aveva eletto (Scelta civica ndr). Lì si è prodotto uno strappo che ha generato difficoltà di governo».



«Cosa diversa - ha aggiunto l'assessore - è il rapporto con una forza politica, evitando però giochi tattici, logiche infettate da personalismi, trappole e imboscate». L'agenda di legislatura del candidato è molto densa, e parte dalla constatazione che «il mondo è cambiato».«Il modello marchigiano a lungo artificialmente tenuto in vita non esiste più, Merlonia sta scomparendo, e tuttavia una riconversione dell'apparato produttivo tradizionale orientata alla qualità, all'innovazione tecnologica e scientifica, al gusto e alla tipicità è possibile».



Servono un piano del lavoro di natura ambientale e territoriale, la valorizzazione dell'intreccio fra turismo, cultura e ambiente, una rivisitazione del sistema sanitario, che già oggi vede le Marche ai primi posti, che punti sull'assistenza domiciliare e «pochi qualificati punti di intervento» per le patologie acute.



Non sono mancati i riferimenti alle riforme istituzionali: le Marche di Marcolini guardano a «un federalismo responsabile» e a una riforma delle Regioni in cui le Marche «affermano orgogliosamente la loro unità, coniugando la confidenza con l'Umbria al rapporto con la Toscana e l'Emilia Romagna, ma non da un posizione subordinata».
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