La Passione nelle Marche
tra riti e tradizione

La Passione nelle Marche tra riti e tradizione
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Venerdì 18 Aprile 2014, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 11:36
ANCONA - La devozione dei marchigiani si esprime stasera in una moltitudine di riti della Passione.

A Cantiano si rivive la passione di Cristo con la “Turba”, enorme e coinvolgente scena a cielo aperto. Mentre a Pennabilli l’antica processione dei giudei. Via Crucis figurata a Montefelcino Loc. Montemontanaro, a Saltara la tradizionale Processione del Cristo Morto, manifestazione dalle origini medievali. Come da tradizione invece a Serravalle di Carda si inscena la Passio. Processione del Cristo Morto a Mercatello sul Metauro, e per le vie del centro di Fermignano. Impressionante corteo religioso con il Cristo Morto anche a Cagli. Mentre la Processione dei Sacconi va in scena a Sassoferrato, Osimo e Recanati. La morte del Giusto è la rievocazione storica in costume della Passione Vivente con centinaia di figuranti a Villa Musone di Loreto, mentre a Porto Recanati va in scena La bara de' notte, processione del Venerdì Santo risalente al XVII secolo con la bara portata dai pescatori. A Treia il rito della "schiodazione dalla croce", dal 1962 viene rappresentata a Mogliano la Rievocazione storico religiosa della Passione di Cristo. E’ giunta ormai alla quinta edizione la Passione Vivente a Fermo, e a Montegiorgio Processione del Venerdì Santo con prezioso catafalco ligneo. Via Crucis figurata a Roccafluvione e a Force nell’Ascolano, così come a Monsampolo del Tronto con baldacchino del XVIII secolo. Spettacolo pirotecnico del "Cavallo di fuoco" infine a Ripatransone.



LORETO

C’è l’eco del sacrificio per la salvezza dell’uomo che si tramanda intatto nella ricostruzione storica e nei più profondi valori cristiani dai tempi del Vangelo. Ma anche l’attualizzazione del calvario che riaffiora come un sibilo di speranza nella testimonianza resa ai piedi della Croce dai genitori di una adolescente strappata alla vita da un male incurabile. Un dramma contemporaneo è a simboleggiare il "farsi presente, nel tempo e nello spazio, della salvezza operata da Gesù con il sangue della Croce" - che ha guarito gli animi dalle sofferenze terrene e irradiato di fede la strada. Lungo il cammino a lume di candela che dalla vallata di Villa Musone sale verso il colle della basilica dove è custodita la Santa Casa di Maria di Nazareth, rivive questa sera alle 20.30 “La morte del Giusto”, la Via Crucis giunta alla sua 36^ edizione che ogni anno richiama a Loreto decine di migliaia di fedeli provenienti da ogni parte d’Italia. La sacra rappresentazione, scortata dai soldati romani a cavallo, ripercorre le tappe degli ultimi attimi in vita di Gesù, dal processo davanti a Pilato fino alla sua crocifissione, attraverso una sequenza di scene così realistiche e curate nei minimi particolari da calare lo spettatore nello spirito più autentico del Venerdì Santo.



Nata quasi sottovoce nel 1978 dall’idea dell’allora parroco e assistente spirituale del gruppo CTG, padre Valentino Lanfranchi, che inserendo coro e voce narrante si era ispirato ai classici della tragedia greca, col passare del tempo l’evento promosso dalla parrocchia di San Flaviano è cresciuto a tal punto da divenire uno degli appuntamenti più partecipati nel panorama cristiano. Per oltre due mesi i volontari del “CTG Val Musone” hanno lavorato al montaggio del palco di 200 mq per sei metri d’altezza che ospiterà i 335 attori e figuranti in costume per la rivisitazione in chiave teatrale della Passione Vivente. Come da tradizione, i panni del Cireneo saranno vestiti dall’arcivescovo delegato pontificio Giovanni Tonucci. E’ un momento unico nel suo genere, dedicato ai sofferenti, agli emarginati, a quanti hanno portato o portano idealmente la Croce di Cristo. Trait d’union tra le sofferenze di allora e di oggi, la processione sarà accompagnata dal “Calvario dell’umanità”.



Dopo la condanna del Cristo parte infatti il corteo della Via Crucis, seguito dai crociferi che di stazione in stazione si uniscono al fiume di pellegrini: un gruppo di tossicodipendenti con le loro piaghe, donne e madri con il peso del dolore subìto per le varie forme di violenza o la perdita brutale di affetti, ancora bambini con le loro croci bianche ad indicare la sofferenza degli innocenti sfruttati o maltrattati, immigrati a rappresentare un’umanità sbandata alla ricerca della sopravvivenza.



Alla sepoltura di Gesù segue la testimonianza di speranza affidata quest’anno ai genitori di Giulia Gabrieli, la ragazza di Bergamo morta di tumore nell’agosto 2011 a soli 14 anni. Giulia ha trasformato la sua malattia in un inno alla vita, un crescendo spirituale che l'ha portata a dialogare con la morte: “Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali è scriveva la piccola sul letto d’ospedale -. L'importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio”.



Il triduo pasquale si chiude domani con la Liturgia delle Lodi (ore 7.30) e la Veglia delle 22 (entrambe in basilica). Domenica è festa della Risurrezione celebrata nel Pontificale delle 11 con i canti della Cappella Musicale diretta da padre Giuliano Viabile.





Fabriano

La frazione di San Donato di Fabriano anche quest'anno farà da scenario alla quinta edizione della Via Crucis Vivente che si svolgerà stasera a partire dalle ore 21. In comunione con la Via Crucis presieduta da Papa Francesco a Roma l'appuntamento della Diocesi giunge a coronamento del cammino quaresimale permettendo di immergersi in un clima di preghiera, raccoglimento e devozione, in attesa della Santa Pasqua. La Via Crucis, organizzata dal parroco don Aldo Buonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, dall'Unità Pastorale delle Parrocchie di San Donato e San Michele Arcangelo di Murazzano, permetterà di rivivere la Passione di Cristo ripercorrendo gli eventi narrati dai Vangeli e accaduti più di 2000 anni fuori le mura di Gerusalemme.



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