Accordo di programma
"Legge troppo rigida"

Accordo di programma "Legge troppo rigida"
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 17:22
ANCONA - Gli interventi regionali dell’Accordo di programma procedono e funzionano.





Gli strumenti nazionali, invece, sono fermi a causa della rigidità della legge 181/89 e necessitano di un intervento urgentissimo per essere revisionati e sbloccati da parte del Ministero dello Sviluppo.



E’ la sintesi dell’incontro, questa mattina a Palazzo Raffaello, tra il presidente della Regione Gian Mario Spacca, l’assessore alle Attività produttive Sara Giannini, e le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil Marche, convocato per fare il punto sullo stato di attuazione dell’Accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del gruppo Antonio Merloni.



Il Presidente della Regione, insieme al Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, hanno anche inviato una nota ufficiale al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi sollecitando nuovamente il MISE per la revisione e semplificazione della parte nazionale dell’Accordo di programma, allo scopo di superare le forti criticità emerse e sbloccare i 35 milioni di euro dello Stato finora inutilizzati.



“Mentre le misure regionali funzionano - afferma e scrive al Ministro Guidi il Presidente Gian Mario Spacca - è urgente la revisione, semplificazione e proroga della parte nazionale dell’Accordo di Programma perché inefficace. In questo periodo di crisi tenere fermi 35 milioni di euro dello Stato è un fatto inaccettabile. I numeri, infatti, parlano da soli: con le misure nazionali gestite da Invitalia non è stato approvato alcun progetto, nelle Marche e in Umbria e i 35 milioni dello Stato sono ancora inutilizzati; con il fondo della Regione Marche dell’Accordo di programma, invece, noi abbiamo utilizzato oltre il 50% delle risorse stanziate, approvando e finanziando 29 progetti di investimento, con 3,9 milioni di contributi regionali che creano 113 nuovi posti di lavoro e attivano 15,7 milioni di investimenti. Questi numeri non possono ovviamente risolvere tutte le profonde criticità del territorio, ma offrono opportunità soprattutto per le piccole imprese, in quanto le misure regionali operano sui progetti di investimento inferiori ai 2 milioni di euro. La legge nazionale n.181/89 – prosegue Spacca - non è riuscita a finanziare ancora neanche un progetto, non offrendo alcun contributo alla grave crisi occupazionale delle aree interne e montane. Ciò deriva, come già segnalato da oltre un anno, sia dalle rigidità della normativa nazionale che della gestione burocratica di Invitalia che scoraggia la fruizione delle agevolazioni. Per questi motivi – conclude - le Regioni Marche ed Umbria chiedono un incontro urgente al fine di intervenire per la revisione e la semplificazione della normativa nazionale in grado di sbloccare questa intollerabile situazione di inerzia operativa. Diventa a questo punto indispensabile anche una proroga dell’Accordo, la cui scadenza è a marzo 2015”.



Sul piano territoriale i progetti finanziati dalla Regione Marche coinvolgono tutte le aree dove si applica l’Accordo di Programma: 1 progetto a Belvedere Ostrense, 1 a Castelbellino, 1 a Cerreto d’Esi, 11 a Fabriano, 3 a Jesi, 1 a Maiolati Spontini, 2 a Monteroberto, 1 a San Paolo di Jesi, 2 a Sassoferrato, 2 a Matelica, 1 a Muccia, 1 a Orciano di Pesaro e 1 a San Costanzo.



“Sin dall’inizio – afferma l’assessore alle attività produttive Sara Giannini – avevamo segnalato al Mise queste difficoltà e della gestione burocratica di Invitalia. Le forti criticità presenti per l’applicazione della parte ministeriale dell’Accordo di programma nazionale possono essere fatte risalire, in parte a condizioni poste dalla legge di riferimento che è la 181/89, in parte dalla prassi utilizzata da Invitalia spa, quale soggetto gestore della procedura, nella fase di selezione ed istruttoria dei progetti presentati. Continueremo a sollecitare con forza un intervento del Mise visto che non possiamo assolutamente permetterci di sprecare un così importante strumento di politica industriale nazionale a favore dell’entroterra Appenninico”.



Le rigidità della legge nazionale 181 applicate da Invitalia sono molteplici: l’investimento minimo deve essere pari a 2 milioni di euro, la distribuzione degli investimenti tra immobili e macchinari è fissa, l’ammontare elevato delle garanzie richieste, il costo effettivo reale del finanziamento agevolato concesso, l’impossibilità di ricorrere al leasing, l’esclusione delle cooperative, la mancata possibilità di considerare gli utili come mezzi propri, nonostante le disposizioni previste dal codice civile. Molte di queste rigidità inoltre, sembrano riconducibili più a mere prassi amministrative che a previsioni di legge.



La Regione Marche aveva già impegnato a difesa del lavoro e della coesione dei territori interessati dall’Accordo di Programma 37,7 milioni di Euro attraverso ammortizzatori sociali in deroga, fondi di garanzia per la liquidità delle PMI, aiuti alle assunzioni e progetti di formazione, sostegni agli investimenti e alla cooperazione.
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