Dalla Santa Casa a porti e aeroporto
Ecco i 500 obiettivi a rischio terrorismo

Dalla Santa Casa a porti e aeroporto Ecco i 500 obiettivi a rischio terrorismo
di Gianni Bernardi
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 09:50
ANCONA - Cinquecento obiettivi sensibili nelle Marche, ma la strategia del terrore allarga a macchia d’olio la paura e il sospetto che nel mirino dei gruppi armati i luoghi da colpire possano essere molti di più, magari quelli meno sorvegliati. L’assalto al giornale Charlie Hebdo a Parigi ha avuto un effetto domino anche nella regione dove ai prefetti è stato chiesto di alzare lo stato di allerta in più direzioni. Una direttiva che deve tenere conto di uomini e mezzi a disposizione e delle nuove strategie dei terroristi. “Cinquecento obiettivi sensibili nelle Marche come numero indicativo - spiegano fonti investigative - perché spesso le stragi avvengono, secondo un disegno preciso, dove la sorveglianza è più leggera o dove non è mai accaduto prima e questo fa lievitare il numero dei possibili bersagli anche dieci volte tanto”. D’altra parte se fosse possibile concentrare gli sforzi in poche direzioni le azioni mordi e fuggi degli estremisti avrebbero perso, nel tempo, gran parte della loro crudele efficacia. I porti di Ancona, Numana, Senigallia, San Benedetto, Porto San Giorgio, Fano e Pesaro, l’aeroporto Sanzio di Falconara, la Basilica di Loreto, l’Agenzia Consolare Francese di Ancona, così come tutte le stazioni ferroviarie possono essere considerati obiettivi sensibili. Ma, per altre fonti vicine alle Procure, non vanno sottovalutate le sedi istituzionali. Quindi, oltre ai tribunali, anche Comuni, Province e la stessa Regione. E’ evidente che anche le imprese o le società finanziarie legate in qualche modo a Francia e Stati Uniti e Gran Bretagna rientrano tra i siti ad alto rischio, così come le sedi universitarie e quelle di polizia, carabinieri, guardia di finanza e caserme. Secondo recenti studi però l’elenco degli obiettivi da proteggere potrebbe essere ancora più esteso visto che ne entrano a far parte per motivi diversi anche scuole (soprattutto quelle di lingua francese), chiese, sinagoghe e persino i centri commerciali e più in generale le città d’arte. Insomma un elenco talmente vasto che appare quasi impossibile delinearne i confini che possono essere estesi anche alle sedi dei giornali e di partiti politici che hanno manifestato posizioni critiche contro l’Islam radicale. E’ ovvio che l’interesse dei terroristi segue determinati filoni e che da questo punto di vista le Marche non rappresentano un obiettivo prioritario, almeno fino a oggi. Ma il numero elevato delle zone a rischio pone il problema di intensificare la sorveglianza in un territorio spesso penalizzato per dotazione di mezzi, numero di uomini e personale specializzato.





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