Spacca: bene il rendiconto 2013
Il problema è la rappresentanza a Roma

Spacca: bene il rendiconto 2013 Il problema è la rappresentanza a Roma
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Martedì 21 Ottobre 2014, 20:08 - Ultimo aggiornamento: 20:35
ANCONA - "Troppi viaggi all'estero del governatore, che farebbe meglio a occuparsi degli scarsi trasferimenti per il trasporto pubblico locale". L'osservazione di Ottavio Brini, fresca new entry nel gruppo Forza Italia, durante il dibattito sul rendiconto generale della Regione 2013 ha suscitato la piccata reazione del presidente Gian Mario Spacca, che si è trasformata in una presa di posizione più "politica" con la sottolineatura del "problema della nostra rappresentanza a Roma" e una critica velata ad alcuni consiglieri regionali che non hanno promosso a sufficienza l'azione della Regione sul territorio. Il governatore ha definito la questione dei viaggi in Cina "un mantra che va avanti da dieci anni". "Mi aspettavo che Brini venisse a cospargersi il capo di cenere - ha sottolineato - dal momento che ci sono dati a dimostrazione del fatto che le imprese possono affrontare quel mercato grazie alla strategia di internazionalizzazione della Regione". Quanto all'embargo russo (altra questione accennata da Brini) "è una questione che non dipende dalla Regione Marche. Abbiamo chiesto alla Conferenza delle Regioni di sollecitare il Governo affinchè adotti misure adeguate". Spacca ha difeso a spada tratta il rendiconto - ha incalzato - "non può avere appunti dal punto di vista strutturale, anche se ci sono critiche su singoli aspetti. Nove anni fa eravamo tra le Regioni più indebitate d'Italia, rischiavamo il commissariamento, oggi siamo la prima per equilibrio dei conti e ai primi posti per rapporto tra equilibrio dei conti e servizi". La Regione Marche - ha aggiunto - "ha sempre misurato gli effetti della sua azione di governo. E si è accorta che non sempre i cittadini sono a conoscenza di quello che l'ente fa. "Ad esempio - ha aggiunto - la strategia della Macroregione, che ci darà peso, importanza e risorse, è conosciuta solo dal 14% dei marchigiani. L'86% non sa neanche che cosa sia. Qualcuno non ci ha creduto e non ha fatto quello che doveva per informare il territorio - ha aggiunto, volgendosi versi i banchi dei consiglieri - Nella nostra modalità di lavoro bisogna far conoscere quello che l'ente fa. Fare, saper fare e far sapere: anche su questo nasce rapporto di fiducia con i cittadini". Quanto ad Aerdorica, un altro dei temi sollevati da Brini e altri consiglieri, Spacca ha ricordato che ora la Regione ne ha la governance, "con l'88% delle quote". I privati che prima avevano la maggioranza se ne sono andati, la Regione "si è fatta carico di mantenere in piedi una struttura che svolge servizio strategico di collegamento e trasporto di persone e merci, un servizio non per l'ente Regione, ma per la nostra imprenditoria. Da quando abbiamo il controllo - ha insistito -, abbiamo avviato una due diligenze e un'operazione trasparenza estrema, ora sappiamo come è composto il bilancio di questa società. Chi pensa di fare una campagna di sospetti su Aerdorica sappia che troverà un governo regionale con posizione chiara e definita". Spacca ha poi ricordato la sua posizione, unico in Italia insieme alla Serracchiani tra i presidenti di Regione, a favore della legge di stabilità. Una posizione "eretica", ma - ha sottolineato - "ritengo giusta la scelta di mettere al centro la produzione del reddito. Siamo tornati ai livelli del 1987, andando avanti così non saremo in grado di reggere non solo sul piano della competitività, ma anche per welfare e servizi". E sul tema del trasporto pubblico locale, "non è possibile che una Regione come la nostra con costi standard più bassi della media per il trasporto pubblico locale si trattata come quelle che hanno sprechi. I 68 euro per abitante alle Marche contro i 119 dell'Umbria sono una bestemmia - ha insistito - che ho sempre combattuto". Altro fendente poi, diretto ai parlamentari marchigiani, "un problema, credo che la partita biogas sia sotto gli occhi di tutti. È un'altra dimostrazione che la nostra capacità di rappresentanza a Roma sui problemi concreti dei cittadini è pari a zero".



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