Incubo liste d'attesa
E i malati vanno fuori

Incubo liste d'attesa E i malati vanno fuori
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Giovedì 26 Giugno 2014, 12:53 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 17:12
ANCONA - Le liste d'attesa rimangono tra i problemi principali della sanit marchigiana. Lo dice, assieme alla stessa istituzione regionale, anche il rapporto del 2013 dell'Osservatorio Civico sul federalismo in sanità, realizzato dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, che evidenzia come Marche, Abruzzo, Veneto e Umbria siano le regioni dove le segnalazioni al Tribunale del Malato per questo tipo di problematica assumono il peso più rilevante.







Non è un caso che proprio martedì ci sia stato il via libera da parte del Consiglio regionale alla risoluzione della Commissione Salute sulla mobilità passiva e le liste di attesa, in cui si ribadiscono 15 azioni da portare avanti, tra cui la previsione dei codici di priorità in fase di prenotazione e una revisione del sistema di prenotazione stesso, integrando al Cup altri sistemi più diretti, come le prenotazioni presso i medici di medicina generale nelle Case della Salute.



La stessa Giunta regionale, a gennaio, riportando i dati aggiornati al 2011, aveva evidenziato come l'attivazione del Cup, il Centro unico regionale, a regime dal 2010, non avesse risolto il problema. Il dato più emblematico riguardava le visite di endocrinologia, per le quali bisognava aspettare 125 giorni in media, mentre il sistema nazionale consente al massimo 30 giorni, derogato a 45 dalle Marche. Critica anche la situazione delle visite oncologiche, con un tempo di attesa medio di 69 giorni, e quella delle visite oculistiche, con 87 giorni; pesante anche quella delle visite cardiologiche, con 76 giorni di attesa, a fronte di un massimo possibile di 45. Dai dati presentati dalla Giunta si evinceva comunque la capacità della Regione di mantenere il controllo delle tempistiche sulle visite urgenti e su quelle brevi, per le quali il tempo di attesa massimo consentito è di 10 giorni.



Ugualmente critica la situazione degli esami strumentali, con in testa la mammografia tra quelli per cui è necessario aspettare tempi lunghi, con ben 10 mesi di attesa, mentre lo standard fissato a livello nazionale è di due, derogato a tre dalla Regione. Così negli anni è diventato allarmante il fenomeno della mobilità passiva: i marchigiani vanno in altri territori per farsi curare, soprattutto per l'oculistica, l'otorinolaringoiatria e l'ortopedia.
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