Lavoro, segnali positivi
nel secondo trimestre

Lavoro, segnali positivi nel secondo trimestre
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Venerdì 29 Agosto 2014, 18:43

ANCONA - Nelle Marche l'emergenza lavoro ancora forte, con 70.000 persone in cerca di lavoro, ma il tasso di disoccupazione sceso al 9,8% dal 10,9 dello stesso periodo del 2013. Così, dopo un 2013 orribile, e un 2014 che si è aperto in modo anche peggiore, nel secondo trimestre dell'anno, per la prima volta dopo tanto tempo, l'occupazione torna a registrare segnali positivi. È il quadro che emerge dai dati diffusi dall'Istat ed elaborati dall'Ires-Cgil Marche. Nel periodo aprile-giugno 2014 il numero degli occupati è di 641 mila unità, 8 mila in più rispetto al 2013. Un aumento che però interessa solo il lavoro autonomo, mentre per quanto riguarda quello dipendente si continua a registrare un'ulteriore riduzione di posti di lavoro. L'aumento degli occupati interessa soprattutto la componente maschile; quella femminile è pressochè stabile.

E sempre drammatica è la disoccupazione femminile, che si attesta all'11,6%, mentre quella maschile scende all'8,4%. I disoccupati sono 70 mila, 8 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2013, prevalentemente donne. Resta allarmante il dato di coloro che cercano il lavoro dopo aver perso quello che avevano: 37 mila, a cui si aggiungono altri 15.000 (in crescita) che cercano lavoro per la prima volta, prevalentemente giovani.

Secondo Roberto Ghiselli, segretario generale della Cgil Marche, «questi dati, pur evidenziando un leggero miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, confermano nella nostra regione un livello altissimo di disoccupati e il quadro che si ricava valutando l'andamento complessivo della nostra economia regionale, anche in termini di produzione e di consumi, non consente di immaginare una decisa inversione di tendenza». «Al contrario - seguita -, alcuni problemi emersi più di recente, come le crescenti tensioni internazionali, a iniziare da quelle che stanno determinando ripercussioni nei nostri rapporti con la Russia, e la cattiva stagione turistica, rappresentano ulteriori motivi di preoccupazione per le loro ricadute sull'economia e sull'occupazione regionale». «Se consideriamo inoltre che l'incremento occupazionale è solo sul versante del lavoro autonomo, mentre i dipendenti calano di 3.000 unità, è facile pensare - conclude Ghiselli - che molte persone, non avendo alternative, si sono viste costrette ad aprire una partita Iva mascherando in tal modo un lavoro precario e sottopagato».

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