Marche, fermo biologico finito
Pescherecci di nuovo in mare

Marche, fermo biologico finito Pescherecci di nuovo in mare
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Lunedì 22 Settembre 2014, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 15:58
ANCONA - Fari accesi e motori a regime. I porti marchigiani, ieri notte, hanno ripreso vita dopo quaranta e pi giorni di stop.



Anche il fermo biologico 2014 è andato in archivio. Poco meno di seicento, lungo il litorale marchigiano, sono i pescherecci, piccoli, medi e grandi, che hanno fatto il loro rientro in mare che andranno così a riunirsi con le altre duecento barche che, per tipologia di pesca, non sono state costrette allo stop.

Circa duemila persone, tra marinai, direttori di macchina e comandanti, torneranno ad accendere i motori e gettare le reti. Un'industria, insomma, che torna in vita e, in queste ore, i marittimi stanno contando, ancora una volta, pregi e difetti del vituperato provvedimento. Inutile dire che tutto sarà direttamente proporzionale alla quantità di pesce che sarà riportato a terra e le risposte arriveranno dai tabulati dei vari mercati ittici.



Un esame che, negli anni passati, non è certo stato superato brillantemente dallo stop imposto ormai da quasi trent'anni a tutti i porti italiani. Soprattutto negli ultimi anni, in particolar modo dai porti marchigiani, si sono levate veementi polemiche legate proprio ad una presunta inutilità del fermo che secondo gli addetti ai lavori va cambiato e rivisitato.



Secondo Coldiretti Impresapesca, con il via alle attività della flotta da Pesaro a San Benedetto torna sul mercato tutto il pescato locale, con meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero. La mancanza dell’obbligo dell’etichettatura d’origine permette, infatti, la possibilità di spacciarlo come nostrano, deprezzando di fatto il prodotto marchigiano. Un rischio favorito anche dal fatto che dall'altra parte dell'Adriatico le attività non si sono mai interrotte.



Lo stop al fermo rappresenta anche un’opportunità per rilanciare i consumi di pesce che, secondo un’analisi Coldiretti Impresa Pesca su dati Ismea, nel primo semestre 2014 hanno registrato una sostanziale stagnazione degli acquisti, sia in quantità che in valore. Proprio per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese, mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l'identità nazionale del prodotto, Coldiretti Impresa Pesca ha avviato iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica.



Dovrebbe, invece, essere in via di soluzione il problema del mancato pagamento della cassa integrazione dei marittimi dello scorso anno. E’ stato, infatti, pubblicato il decreto per impegnare le risorse della Cig in deroga.



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