Corte dei conti, la corruzione
lascia il segno anche nelle Marche

Corte dei conti, la corruzione lascia il segno anche nelle Marche
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Venerdì 27 Marzo 2015, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 16:47
ANCONA - Focus a tutto campo all'inaugurazione dell'anno giudiziario contabile 2015. Il «fenomeno della corruzione, divenuto veramente allarmante per il suo notevole impatto sull'economia nazionale, già colpita dalla crisi, emerge anche a livello regionale». È il monito lanciato dal procuratore regionale della Corte dei Conti delle Marche Maurizio Mirabella durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario contabile 2015.



«Recenti indagini, penali e contabili - ha detto il procuratore - hanno evidenziato che la crescita economica e sociale risulta fortemente condizionata da questo fattore il quale, unitamente ad una burocrazia farraginosa, alle lentezze dei processi e a una legislazione poco chiara e lineare, incide negativamente sullo sviluppo e costituisce una deterrenza per investimenti italiani e stranieri».



La procura sta trattando 353 fascicoli per vicende di tipo corruttivo tra le quali 117 (35%) per indebita percezione di erogazioni ai danni dello stato, 84 (25%) per peculato, 32 (10%) per truffa, 26 (8%) per abuso d'ufficio, 25 (8%) falso ideologico e materiale, 18 (5%) per corruzione e 15 (5%) per concussione, 6 per rivelazione segreto d'ufficio, 4 per omissione d'atti d'ufficio, 2 per turbativa d'asta, uno per esercizio abusivo della professione medica.



Nel 2014 la procura regionale della Corte dei Conti delle Marche ha avviato 1.380 nuove istruttorie e ne ha concluse 1.003, con 29 atti di citazione, contestando 2,7 milioni di euro di danni erariali. I dati emergono dalla relazione del procuratore regionale Maurizio Mirabella in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2015.



Dall'insediamento di Mirabella, l'ufficio ha ottenuto condanne per 12,4 milioni di euro, ma il meccanismo si «inceppa» nella fase di esecuzione delle sentenze e restano ancora da incassare 13,2 milioni di euro. Le somme recuperate in corso d'anno ammontano a 305 mila euro, mentre quelle rientrate durante la fase istruttoria arrivano a 242 mila euro. L'esecuzione delle sentenze, ha ricordato Mirabella, non è curata dalla Corte ma dalle amministrazioni titolari del diritto di credito, che «non dispongono di poteri coercitivi propri dell'amministrazione finanziaria» e sono «molto spesso carenti delle professionalità e strutture adeguate per esperire azioni per recuperare il credito».



È «urgente» dunque, per il procuratore, «una riforma normativa che imputi ad un unico soggetto sia l'accertamento del danno e della conseguente responsabilità amministrativa, sia la giurisdizione sull'esecuzione delle sentenze di condanna per rendere ancora più incisiva l'azione della magistratura contabile».



«Solamente con la certezza della sanzione - ha concluso Mirabella - sarà possibile contrastare il fenomeno corruttivo».





Dall'indebita percezione di contributi del ministero Sviluppo economico per impianti tessili (728 mila euro), alla '"cresta" di un volontario della Croce rossa sui buoni benzina, allo smarrimento di un binocolo (357 euro) da parte di un finanziere. Vario è il quadro delle colpe erariali contestate nel 2014 dalla Procura regionale della Corte dei Conti: comprendono l'indebita erogazione di compensi a presidente e componenti del consiglio d'amministrazione dell'Autorità Ambito territoriale ottimale di Macerata (357 mila euro).



Tra i casi emersi lo scorso anno, quello di un dirigente medico che si sarebbe fatto rimborsare 8.417 euro per pranzi, cene, pernottamenti, pedaggi autostradali e missioni non effettuati per servizio. Un infermiere della Marina Militare avrebbe lavorato in strutture private violando le norme sull'incompatibilità (64 mila euro) mentre un curatore fallimentare si sarebbe appropriato di parte dell'attivo che doveva conservare (30 mila euro). Medici, percettori di borse di studio, avrebbero svolto attività libero professionali per le quali erano incompatibili (28 mila euro), e in due casi vi sarebbe stata un'indebita percezione di contributi per l'agricoltura biologica per complessivi 44 mila euro.



Un sottotenente di vascello si sarebbe fatto corrompere per compiere atti contrari al dovere di servizio (52 mila euro), un poliziotto avrebbe rivelato segreti d'ufficio (9 mila euro) mentre un volontario della Croce Rossa si sarebbe intascato buoni carburante (8 mila euro). Tra le citazioni quella a carico di un ricevitore del Lotto che non avrebbe riversato proventi alle casse dello Stato (123 mila euro) e ad un medico dell'Asur che con la sua condotta avrebbe leso l'immagine dell'azienda (13 mila euro).
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