CaterRaduno nel segno della legalità
con Boldrini, Bindi e don Ciotti

CaterRaduno nel segno della legalità con Boldrini, Bindi e don Ciotti
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Sabato 4 Luglio 2015, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 16:40
SENIGALLIA - Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, dal palco del teatro Fenice dove è in corso il Cateraduno di Radio2, ha rilanciato sul tema della legalità. "Posso dire da cittadina di essere esterrefatta per il fatto che Galan sia ancora presidente della Commissione Cultura della Camera. Pensavo che un uomo con il senso delle istituzioni si dimettesse, ma lui ha dimostrato di non esserlo". Lo so - ha proseguito - "è paradossale che Galan sia ancora presidente della Commissione cultura, lo dico da cittadina. Ma vorrei che fosse chiaro che le Camere non hanno nessuno strumento per farlo dimettere. Siamo consapevoli della gravità della situazione, ma ora inizierà tutta una procedura che dalla Giunta per le Elezioni porterà in Aula la decisione sulla decadenza o meno".



La Cassazione venerdì ha respinto il ricorso con il quale il parlamentare - da un anno agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Mose - chiedeva ai giudici di annullare il patteggiamento da lui stesso sottoscritto con i pubblici ministero della Procura di Venezia Ancilotto, Buccini e Tonini, con il benestare del giudice Galasso. L'intervento centrale di Rosy Bindi, sempre al CaterRaduno di Radiodue imperniato sulla legalità, ha messo a fuoco invece la crisi economica come una delle "cause di non rispetto delle leggi o dei vincoli comunitari, e di conseguenza di abbassamento della legalità". E ancora: "Il frutto amaro della crisi è l'aumento delle disuguaglianze, che sono sempre insopportabili ma che colpiscono di più quando un Paese non è unito, quando una parte è tagliata fuori, come il Meridione, e quando nel mondo del lavoro non ci si richiami al rispetto dei principi di uguaglianza sostanziale che sono nella nostra Costituzione».



Legalità, crisi, quindi corruzione: "Che è sempre più dilagante - ha proseguito Bindi - se da un lato c'è una reazione da parte della politica, si fa sempre più fatica invece a far percepire come la corruzione sia il principale problema del Paese. Esattamente come ha detto pochi giorni fa il presidente della Banca d'Italia, che abbiamo ascoltato in commissione, per il quale se le imprese straniere non investono, prima ancora che per i problemi del mondo del lavoro, da noi i guai si chiamano mafia, evasione fiscale e corruzione". Bindi ha concluso ammonendo tutti che "non è solo la politica, c'è un'intera classe dirigente del Paese che ha a che fare con i guai della corruzione, cosa che ferisce la dignità delle persone". Durante il suo intervento al CaterRaduno, don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha puntato il dito anche su Expo, spiegando che "ci sono padiglioni di Paesi che torturano, che mandano in carcere giornalisti, padiglioni di autentici Paesi sotto dittatura, ma io non ho sentito nessuno porsi domande in merito e portare alla luce il problema. Anche questo è parlare di legalità".
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