Giorgi licenzia Favia
Da lunedì strade diverse

David Favia e Paola Giorgi
David Favia e Paola Giorgi
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Mercoledì 12 Novembre 2014, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 18:06
ANCONA - Si chiude il sodalizio politico tra Paola Giorgi e David Favia.

L’aspra battaglia politica che si sta combattendo nel centrosinistra regionale produce i primi curiosi effetti collaterali. Uno dei questi è il definitivo tramonto di un sodalizio politico che sembrava indissolubile: quello tra Paola Giorgi e David Favia. La prova provata della rottura è che lei lo ha licenziato. In tronco. Gossip? No, no, carta canta.



Basta leggere la delibera di giunta numero 1257 del 10 novembre scorso con cui l’assessore gli revoca l’incarico. Da giugno dello scorso anno, infatti, a poche settimane dalla chiusura dei seggi per le Politiche che videro Favia, capolista di Centro democratico, restare fuori dal Parlamento, pur tra mille polemiche, lei lo aveva scelto e nominato come responsabile della sua segreteria.



Un paracadute del valore di 23 mila euro (tanto è costato quel contratto all’amministrazione regionale). Ma nessuno si era scandalizzato più di tanto (tutte le segreterie sono d’altronde infarcite di esponenti partitici) visto anche che i due hanno vissuto praticamente in simbiosi gli ultimi quindici anni.



Condividendo ogni funambolico passaggio politico: dall’Udeur di Mastella all’Italia dei valori di Antonio Di Pietro fino all’approdo di Centro democratico di Bruno Tabacci. Fino a qualche settimana fa erano entrambi sostenitori del progetto politico di Marche 2020. Poi qualcosa si è clamorosamente rotto.



Favia, che sta alla politica come un ragazzino al Nintendo, ha fiutato che con Spacca non c’era futuro ed è salito in corsa sul treno del Pd scaricando il presidente. Uno strappo che ha spiazzato l’assessore Giorgi la quale invece in questi mesi ha costruito un rapporto di grande fiducia col governatore.



E quello di Favia, per lei che di lui è stata prima segretaria e poi datrice di lavoro, un tradimento inaccettabile. Tra i due si è consumata una frattura per ora insanabile e sono volate parole grosse. Scintille nei corridoi della Regione. Fino al licenziamento. Formalizzato lunedì.



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