Il Partito Democratico tenta
l'ultimo assalto all'Udc

Il Partito Democratico tenta l'ultimo assalto all'Udc
di Lolita Falconi
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Giovedì 5 Marzo 2015, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 18:37
ANCONA - Prove di unità all’interno del Partito Democratico. La conferenza stampa di ieri, arrivata al termine dell’incontro del comitato delle primarie 2015 (Pd, Idv, Psi, Verdi, Centro democratico) presieduto da Stefania Benatti che ha proclamato Luca Ceriscioli senza mezza contestazione né tanto meno ricorsi, è tutta un lanciare messaggi concilianti.



Il Pd, in particolare il neo candidato alla presidenza, ha un bisogno disperato di ricompattare il partito. Per due motivi: primo perché c’è da chiudere in fretta con le alleanze per evitare uno stucchevole balletto con Ap–Udc che già si è spinto fin troppo avanti e più il Pd si presenta compatto e forte più sarà facile, questo il ragionamento che si fa in piazza Stamira, convincere il centro a stare nella coalizione; secondo perché aleggia ancora nell’aria il fattore Spacca. Si candida? Non si candida? E l’unità del Pd è di per sé una sorta di moral suasion nei confronti del Governatore e delle sue mire elettorali.



“Mi sento forte non solo dei consensi che ho ottenuto, ma dei 43 mila voti di tutti i partecipanti alle primarie - ha spiegato ieri Luca Ceriscioli - . Una consultazione che si è svolta senza strascichi, polemiche e ricorsi. Siamo arrivati fin qui e ora facciamo un passo avanti, cercando di tradurre in azione concreta i bisogni, le domande e gli obiettivi dei nostri elettori”.



Ceriscioli, questi i dati ufficiali, ha vinto con 22.760 voti, il 52,53%). Con i segretari dei partiti che lo hanno sostenuto (più Scelta civica) ha incontrato la stampa per fare il punto sullo scenario che si apre da qui a maggio. Come prima cosa il segretario dem Francesco Comi ha chiamato al telefono Pietro Marcolini (19.979 voti, il 46,11%) che avrebbe dovuto partecipare alla conferenza stampa ma era a casa con la febbre.



“Una malattia non da primarie ma da polmonite”, ha spiegato l'assessore regionale al bilancio via cellulare, facendo gli auguri a Ceriscioli. “Dalla prossima settimana - ha detto Comi - comincia il lavoro per allargare la coalizione, che ha già un nucleo robusto e può solo ampliarsi”.



L'Udc “è un alleato strategico del Pd, con cui ha condiviso fin qui l'esperienza di governo. Siamo convinti che la collaborazione proseguirà anche nella prossima legislatura. Non siamo chiusi al progetto di Area popolare, e aspettiamo con interesse che Ncd faccia le sue valutazioni”. Ossia che decida se allearsi con Marche 2020, il movimento politico del governatore Gian Mario Spacca, ed eventualmente Forza Italia e la destra, o scelga di accordarsi con il Pd e il centrosinistra. Comi chiama a raccolta anche “la nuova Dc, i Popolari, le liste civiche vere, che governano con noi nei Comuni”. Un passaggio lo dedica all'intervento critico dell'ex sindaco di Pesaro e parlamentare Pd Oriano Giovanelli, dubbioso della capacità di Ceriscioli di conquistare l'elettorato che ha sostenuto Marcolini.



“Ho letto le preoccupazioni di Giovanelli - ha sottolineato Comi -; non le recriminazioni e contestazioni di Giovanelli. Le preoccupazioni le valuteremo con serenità”. Secondo la candidata dell'Idv Ninel Donini (1,35% alle primarie) il centrosinistra sarà “imbattibile” se saprà fare tesoro anche di quanto di buono è stato fatto nel passato. Ceriscioli, comunque, “è il candidato presidente di tutti e Idv gli garantisce sostegno leale”.



Nel corso dell’incontro Comi ha confermato che il premier Matteo Renzi verrà nelle Marche per la campagna elettorale delle regionali, per sostenere Luca Ceriscioli. “Venerdì prossimo - ha detto Comi - ci sarà una riunione a Roma per definire le date della sua presenza nella regione”.
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