Boldrini inaugura la miniera di Cabernardi
che ora diventa Parco Archeominerario

Boldrini inaugura la miniera di Cabernardi che ora diventa Parco Archeominerario
di Veronique Angeletti
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Domenica 5 Luglio 2015, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 05:31
SASSOFERRATO – Per tutti, è “la miniera di Cabernardi”. E poco importa che quasi settanta anni fa è stata chiusa perché “il masso” - lo strato maestro di zolfo – aveva già dato. Rimane la miniera. Quella che garantiva una paga sicura, conquistata con il piccone in gallerie dove si lavorava nudi o quasi, e dove calore ed acidità spogliavano la pelle dalle palpebre e da altre delicate parti del corpo. Ci si andava con orgoglio perché la miniera era il primo polo estrattivo d’Europa ed occupava più di 3000 persone.

Lavoratori che, quando la Montecatini impose la chiusura, dovettero andarsene con le loro famiglie, dimezzando per sempre la popolazione dell’entroterra tra le province di Ancona e Pesaro.



Una miniera che però aveva ancora cosi tanto da dire che, ieri, è ridiventata protagonista nelle sue terre. Oggi, ha un'altro nome. Si chiama Parco Archeominerario, ma prima che, da queste parti, la chiamino così ci vorrà tempo. Dopo tutto non può essere un caso se l’inaugurazione nelle sua veste di polo turistico-culturale ha la data del 5 luglio. Lo stesso giorno, che, nel 1952, la miniera vide uscire i 176 sepolti vivi. Quei minatori rimasti 400 metri sotto terra, 40 giorni, per il futuro del sito estrattivo. “Oggi si concretizza finalmente un sogno – afferma il sindaco Ugo Pesciarelli. Un “finalmente” che indica quanto questo lavoro di restauro e risanamento conservativo con la Soprintendenza è stato complesso. “Questi due ettari - spiega - non erano più di proprietà pubblica e tutto era invaso dalla vegetazione. Abbiamo redatto un progetto globale e nel primo stralcio recuperato e restaurato il Pozzo Donegani, i forni Gill, i calcheroni, la galleria di servizio e trasformato in auditorium il serbatoio di nafta collegandoli con un suggestivo itinerario. Tra l’acquisto dei terreni, il restauro dei manufatti, la segnaletica e il potenziamento del museo abbiamo speso 950.000 euro di cui 680.000 sono stati stanziati dall’Ente Parco dello Zolfo delle Marche, 120.000 dal Gal Esino San Vicino”.



Per il sindaco, il Parco Archeominerario è Parco della memoria ma, sopratutto, opportunità perché dà al comprensorio una precisa identità turistica che sfida la nuova economia del turismo e del tempo libero. Un posizionamento intelligente che gode dell’appoggio di tutti i comuni limitrofi come lo conferma la presenza dei sindaci di Fabriano, Genga, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo.



Presente anche l’on. Emanuele Lodolini, Gianluca Carrabs ed il consigliere regionale Enzo Giancarli.“ Una giornata carica di emozioni che il presidente della regione Luca Ceriscioli percepisce appieno. “La lotta dei “Sepolti Vivi “ – afferma – ricorda la battaglie della Whirpool. Lavoratori che hanno dimostrato la forza, il coraggio, il carattere dei marchigiani. E questo parco prova che l’archeologia industriale ha lo stesso valore di un reperto antico perché la conservazione della memoria ricorda quello che siamo e consente di affrontare le difficoltà di ogni giorno.”



Ma è nell’intervento della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che l’emozione arriva al suo culmine. “Il Parco di Cabernardi – commenta - ricorda le migrazioni ed è un museo all’aperto che si pone come un luogo della conoscenza. Un luogo per far capire il sacrificio del lavoro e cosa significa fare un imprenditoria sostenibile. Perché – conclude - troppe esperienze di insediamenti industriali di gruppi che hanno finalizzato il proprio modo di essere impresa basandolo solo sul profitto hanno considerato i territori e le loro popolazioni come degli strumenti. Hanno spremuto le capacità, le vocazioni, l'impegno e la generosità salvo scapparsene via delocalizzando. E ci rimette un intero paese e la sua coesione sociale. Perché il patto essenziale di lealtà tra l’azienda e chi ci lavora si rompe. E questo non è sostenibile”.
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