Cantina Poderi Mattioli
tra sogni e Verdicchio

La sala dell'ospitalità della cantina Poderi Mattioli
La sala dell'ospitalità della cantina Poderi Mattioli
di Danilo Tornifoglia
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Venerdì 17 Aprile 2015, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 12:23
SERRA DE' CONTI - Le morbide colline di Serra de' Conti. Terre e denominazioni.



Fra quelle zolle, nel cuore della zona di coltivazione del Verdicchio classico, alcuni vigneti e una cantina giovanissima, che ha prodotto le prime bottiglie nel 2010. Qui, nei pressi di una villa del XII secolo, ormai virtuale, è sorta la cantina Poderi Mattioli, moderna e semplice, funzionale e sobria. Cinque ettari dedicati all'attività vitivinicola, ma anche al seminativo, al grano e all'olio.



Dobbiamo partire dagli anni '60 e rintracciare le tradizioni contadine di Armando, papà di Argilio Mattioli, il quale fonda una piccola azienda a conduzione familiare, "una realtà costruita sulla passione per il lavoro e sul rispetto del territorio". A raccontare questa storia di fatica e di amore è il figlio di Argilio, Giordano Mattioli, condiviso dal fratello Giacomo, mestiere enologo, e dalla sorella Letizia. "Partire dalla terra per arrivare al grappolo d’uva con sapienza e dedizione è il nostro modo di fare vino ed è ciò che ci ha insegnato la cultura contadina dei nostri avi, curare le viti, lavorare le uve ed innovare con ragione per preservare qualità ed eccellenza".



alla cantina escono, per il momento, tre etichette. Ylice, Verdicchio classico superiore in purezza, è un vino unico di grande immediatezza e innata eleganza con il finale tipico di mandorla amara. Il Lauro Docg, rispetto alla Doc, prevede rese minori ed un affinamento di almeno 18 mesi. Una parte di uve surmaturate dona l'alcolicità che esalta la componente floreale, la solare eleganza e la sapida grintosità finale. Ultimo arrivato, il metodo classico millesimato dosaggio zero di molto Verdicchio e poco Chardonnay. Una bollicina elegante, abile ad accompagnare l'intero pasto. Sono queste le pietre preziose dell'azienda, di cui circa il 40% arriva sulle tavole nord europee a raccontare gli amori delle dolci colline marchigiane. Gli ettari vitati dei Poderi Mattioli insistono su una sacca sabbiosa, che fa risaltare la caratteristica minerale e dona un naso di splendida eleganza.



"Per la conformazione del terreno e per la notevole mineralità delle uve, il nostro vigneto può considerarsi un cru, che produce identità e tipicità geografica". La tracciabilità territoriale è l'ambizione di tutti i produttori di Verdicchio ed è il premio che questo grandissimo vitigno merita. Tutto questo a supplemento dell'innegabile longevità e versatilità dell'autoctono jesino. Altissime potenzialità che permettono al Verdicchio di primeggiare a livello nazionale e di competere con i migliori bianchi del mondo. Giordano e Giacomo non hanno ancora detto tutto. "Per il futuro pensiamo ad un rosso di alta qualità, che possa uscire dagli schemi. Un vino unico nel suo genere, che stravolga i canoni di produzione dei vitigni a bacca rossa di questa zona. Da circa due anni stiamo facendo prove di micro vinificazione ed affinamento. Berremo insieme questa bottiglia solo quando saremo sicuri che saprà esprimere compiutamente le caratteristiche del territorio".



I Mattioli il vino lo fanno così. "Trattiamo i vigneti con lo stesso cuore dei nostri predecessori. Spero che il coraggio ci sorregga per realizzare le nostre idee e per raccogliere le incognite sfide del mercato futuro".

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